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L'ultimo saluto agli alpini morti in Afghanistan

Centinaia di persone alla basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma per i funerali del sergente Massimiliano Ramadù e del caporal maggiore Luigi Pascazio, uccisi lunedì in Afghanistan: guarda la gallery. I familiari accanto ai feretri, avvolti dal tricolore e sistemati al centro della navata davanti all’altare. Bossi: "Missione purtroppo necessaria"

L'ultimo saluto agli alpini morti in Afghanistan

Roma - L'ultimo addio agli alpini caduti in Afghanistan lunedì. Un lungo applauso ha accompagnato l’arrivo in piazza della Repubblica delle bare. Centinaia di persone si sono accalcate alla Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma per celebrare la cerimonia funebre per il sergente Massimiliano Ramadù e il caporal maggiore Luigi Pascazio, uccisi lunedì nell’ovest dell’Afghanistan. "Per i nostri giovani militari le missioni di pace sono una questione d’amore per dare dignità e democrazia a chi piange e soffre nelle terre più dimenticate", ha detto monsignor Vincenzo Pelvi nell'omelia ricordando che "il servizio reso dai nostri figli resta un patrimonio che deve irrobustire la coscienza nazionale unitaria degli italiani".

"Hanno dato tutto agli altri" "Quando Luigi e Massimiliano hanno scelto la professione militare volendo partecipare in modo attivo e creativo alla pace hanno scelto di donare tutto loro stessi per gli altri". E' uno dei passi dell’omelia pronunciata da monsignor Vincenzo Pelvi nella messa di suffragio per i due alpini. "Sapevano bene - ha sottolineato il monsignore - che la vera disgrazia sarebbe stata morire per niente e per nessuno. Ed è stata proprio la loro morte a rendere più evidente il vivere per gli altri. Hanno scelto di non vivere per se stessi, non hanno voluto un’esistenza tesa solo alla propria soddisfazione e alla propria gloria, senza alcuna prospettiva d’amore". "Al contrario, hanno preferito vivere per gli altri, sostituendo all’io il noi - ha concluso - a contraddizione più radicale non è tra il vivere il morire, ma tra il vivere per se stessi e il vivere per gli altri".

Un triste addio Accanto ai feretri, avvolti dal tricolore e sistemati al centro della navata davanti all’altare, i familiari delle due vittime. Presenti anche il capo di Stato Maggiore della Difesa Vincenzo Camporini e i vertici delle Forze armate. Centinaia le persone che hanno preso posto sui banchi della basilica: moltissimi i militari, presenti a titolo personale o in rappresentanza delle Forze armate. Ma numerosa è anche la presenza dei civili, gente comune che ha voluto testimoniare così la propria vicinanza alle famiglie delle due giovani vittime. Palese la commozione dei presenti: molti gli occhi lucidi e gli sguardi persi nel vuoto, evidente il senso di profondo vuoto che traspare dai volti affranti di molti commilitoni degli Alpini rimasti uccisi nell’esplosione di lunedì.

L'orchidea sul feretro Un’orchidea poggiata tra le lacrime sopra il feretro del suo Luigi. Così Tonia, la fidanzata del caporal maggiore Pascazio, ha voluto rivolgere il suo estremo saluto al compagno che non c’è più. La ragazza, visibilmente scossa, all’uscita dalla basilica di Roma in cui sono state celebrate oggi le esequie solenni, ha abbracciato a lungo il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato ha fatto lo stesso con i genitori di Pascazio e la mamma di Ramadù, rivolgendo loro sentite parole di conforto.

La commemorazione dei caduti Numerosi i militari che, a titolo personale o in rappresentanza delle Forze armate, hanno preso posto sui banchi lungo la navata centrale per l’ultimo saluto ai commilitoni. Un omaggio ai due Alpini caduti che, questa mattina, hanno voluto rendere con la loro presenza anche moltissimi civili. I feretri di Ramadù e Pascazio sono stati rimpatriati ieri con un C-130 dell’aeronautica militare atterrato a Ciampino. Dopo l’esame autoptico, i feretri sono stati trasferiti al policlinico militare "Celio", dove ieri pomeriggio è stata allestita la camera ardente. resenti, nelle prime file, le principali cariche dello stato e del Governo: tra gli altri, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, i presidenti di Senato e Camera Renato Schifani e Gianfranco Fini, il ministro della Difesa Ignazio La Russa. Per il governo sono anche presenti i ministri Maroni, Bossi, Matteoli, Brunetta, Prestigiacomo, Brambilla, Fitto e Ronchi. Insieme a loro i due sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e Guido Bertolaso, capo della Protezione Civile. Tra i parlamentari, anche Gasparri, Casini, De Gregorio Fassino e Rutelli e i presidenti delle regioni Polverini, Cota e Zaia.

I ringraziamenti di La Russa Il ministro della Difesa, Ignazio la Russa, ha voluto "ringraziare a nome di tutte le Forze Armate ma prima di tutto delle famiglie dei militari caduti e di quelle dei feriti non solo le istituzioni ma tutti i cittadini per la vicinanza che stanno esprimendo". Al termine dei funerali dei due militari La Russa ha, infatti, spiegato che questo atteggiamento "aiuta molto a superare momenti come questi sia per la famiglia sia per la grande famiglia delle Forze Armate".

Bossi: "Missione necessaria" Una missione, "purtroppo" necessaria e da confermare. Il ministro della per le Riforme Umberto Bossi, risponde così ai cronisti che, appena conclusi i funerali, gli chiedono della missione italiana in Afghanistan.

"Il terrorismo - sottolinea il Senatùr - se non lo sblocchi dove nasce, si espande".

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