Continua la rivolta dei piccoli Comuni contro la possibilità di soppressione, ventilata dalla manovra, ma messa in discussione anche dagli emendamenti della maggioranza. E, a difesa dei centri con meno di mille abitanti, si alzano voci bipartisan: «Salvaguardare l'identità dei piccoli Comuni che da sempre rappresentano un baluardo a difesa del territorio» dice l'onorevole Gabriella Mondello, ex azzurra passata armi e bagagli nellUdc. «Il costo degli assessori e consiglieri è semplicemente irrisorio, si tratta invece di persone che in modo disinteressato si mettono al servizio della comunità svolgendo compiti che spesso vanno ben oltre il loro ruolo istituzionale». In perfetta intesa, come di consueto, con lassessore regionale Giovanni Boitano, Mondello concorda invece sulla necessità sempre più impellente di accorpare i servizi, come in molti casi è già stato fatto, al fine di produrre reali economie.
Intanto, Pierluigi Vinai, già estensore della carta dei valori del Pdl e segretario della sezione ligure dellAnci, lassociazione che riunisce i Comuni, commenta: «Risulta sempre più evidente che questa eliminazione forzosa dei comuni sotto i mille abitanti non produrrà nessun risparmio reale e non inciderà per nulla sui saldi di questa manovra. Non è mai stato veramente quantificato il risparmio derivante dall'accorpamento di circa 2000 Comuni sotto i mille abitanti. Ma è però già chiaro che sarà una cifra con un effetto finanziario molto modesto, ma per contro con un forte impatto concreto. Si eliminano presidi del territorio che costano poco. I piccoli Comuni sono quelli che spendono meno. Un sindaco percepisce al massimo 1.000 euro lordi al mese e un consigliere ha un gettone di 30 euro. E' questa la riduzione dei costi della politica? I piccoli comuni sono comunque pronti alla mediazione, a rinunciare a qualsiasi retribuzione pur di mantenere il presidio.
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