Più forte del maltempo e dei tentativi di sabotaggio dei no global, la fiamma olimpica di «Torino 2006» è giunta ieri alle 23.30 in piazza Duomo. Ci è riuscita dopo aver attraversato decine di piazze e viali della città, portata da 120 tedofori. Personaggi famosi come Giorgio Armani («laffetto delle persone è stato enorme, a questo non ci si abitua mai») e sportivi come Andriy Shevchenko che si è fatto fotografare assieme a bimbi e tifosi. Ad aspettare la fiamma in Duomo cerano il sindaco Gabriele Albertini («speriamo che anche Milano realizzi il suo sogno, la legittima aspirazione di avere i suoi giochi olimpici») e Ottavio Cinquanta, membro italiano al Cio. «Ho visto tanta gente in strada, siamo contenti - dice Cinquanta -. Milano vuole le Olimpiadi 2016? Bisogna lavorare...» aggiunge con un sorriso. Davanti a 3mila persone è stato acceso così il braciere olimpico, al termine di una giornata che ha avuto anche qualche momento di tensione.
Il fuoco che accende la prima fiamma «milanese» arriva da Lodi. Pioviggina, ma ad aspettarlo in viale Isonzo cè un centinaio di persone. La carovana ha qualche minuto di ritardo, Pino Zoppini, presidente regionale del Coni, cammina nervosamente. «Cè tanta gente, bene», dice. Nel camioncino bianco dove aspettano i primi tedofori cè un altro Zoppini, Alessandro, suo figlio, il primo a portare la torcia in città. Sono le 18.07 quando viene accesa e passata a Zoppini, tuta bianca con i cerchi olimpici, che scatta. «Ho partecipato alla progettazione dellOval, lo stadio per il pattinaggio di velocità a Torino, per questo sono qui» dice tra gli applausi della gente, i bambini che sventolano le bandierine, familiari e spettatori che scattano le foto, una scena che si ripeterà lungo i viali delle circolari e poi in centro. Cè chi prova a seguirlo, come Christian, 24 anni, studente di ingegneria: «Ho fatto il tedoforo a Parma, pochi giorni fa - racconta -. Unemozione grande, peccato che ci sia gente che vuole rovinarla, persone che con lo sport non centrano niente».
Succede pochi chilometri più avanti. Il corteo è rallentato da un gruppo di no global, una cinquantina di giovani di un centro sociale che prima di viale Bezzi (in zona piazzale Brescia) si mette in mezzo alla strada. Interviene la polizia e la fiamma può ripartire verso San Siro. In via Stratico una catena è stata tesa in mezzo alla carreggiata, sbarrata per metà, ma i tedofori superano facilmente lostacolo. I no global lavevano annunciato. «Anche a Milano - si legge da giorni nei loro siti internet - daremo vita a proteste contro la Coca Cola e altri sponsor delle Olimpiadi».
Ecco perché la fiamma arriva a destinazione con unora e mezzo di ritardo. Sono centinaia le persone scese in strada per salutare il passaggio dei 120 tedofori. Ognuno percorre 400 metri con la fiaccola (pesa un paio di chili, chi la porta può comprarla con circa 300 euro) che accende avvicinandola a quella di chi ha appena concluso il tratto precedente. Adriano Galliani, vicepresidente del Milan, lo fa in viale Bianca Maria: «È un'emozione pensare che in quel momento sei tu che stai portando avanti il tuo pezzettino di Olimpiade, o la tengo a casa oppure vado a Milanello con la fiamma accesa», dice. Allincrocio tra le vie Montenapoleone e Manzoni lo stilista Giorgio Armani dà il cambio allattaccante del Milan Andriy Shevchenko, «contento ed emozionato». Tra i tedofori ci sono anche il deejay Linus, Dino Meneghin e il figlio Andrea, le stelle del pattinaggio Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio e perfino un Don Mazzi «emozionato e contento» perché ci teneva «a rappresentare tutti i preti degli oratori». Lultima frazione tocca a Igor Cassina, olimpionico della ginnastica.
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