Lupi: «Faccio maratone ma non corro da sindaco»

In calzoncini e maglietta si prepara a correre la Green Race, al parco delle Cave. «Ma non mi sto assolutamente scaldando per Palazzo Marino». Maurizio Lupi, deputato e commissario cittadino del Pdl, smentisce i rumors che lo vogliono in corsa per la poltrona di sindaco nel 2011. «Non è mai stata e mai sarà in discussione la naturale ricandidatura di Letizia Moratti - puntualizza -. Chi ha fatto bene per noi deve continuare a guidare il Comune, poi saranno i cittadini a scegliere. Le voci servono solo a creare dissensi che invece non esistono. Con la Moratti stiamo lavorando bene e anche nelle ultime settimane ci sono stati incontri molto positivi». Al suo fianco ieri mattina, un Roberto Formigoni pronto non solo a lanciarsi in tenuta ginnica nello sprint intorno al parco (con oltre 3mila iscritti alla «maratona» di Amsa), ma anche nella sfida elettorale per il Pirellone. E ancora più convinto che il suo nome non è a rischio, dopo la chiacchierata di quasi un’ora e mezza con il senatur Umberto Bossi, sabato a Como durante il Giro di Lombardia. «Abbiamo parlato di ciclismo, una nostra comune passione» la prende alla larga il governatore. Ma va subito al punto: «Bossi è molto soddisfatto dei risultati che abbiamo raggiunto in Lombardia, e vogliamo offrire a tutti gli italiani un modello di buongoverno». Non vede ombre sul suo quarto mandato: «L’importante è che in Lombardia le cose sono già state definite da tempo, e poi so che il colloquio tra Bossi e Berlusconi la settimana scorsa ha portato praticamente a definire tutto il quadro. Nei prossimi giorni saranno loro a chiamare gli stati maggiori dei rispettivi partiti. Bisogna tenere conto che si tratta di tredici regioni, quindi qualche particolare è ancora da mettere a punto, ma il quadro è ormai definito». L’alleanza Pdl-Lega «sta funzionando e la Lombardia ne è un grande esempio, vogliamo presentarci competitivi in tutte le 13 regioni».
Un destino incrociato quello di Formigoni e Lupi, entrambi di area Cl. A meno di colpi di scena, se il futuro del governatore è segnato per altri 5 anni al Pirellone, l’ipotesi del deputato milanese a Palazzo Marino cadrebbe anche nel caso in cui la stessa Moratti rinunciasse a ripresentarsi. O piuttosto, fosse invitata a farlo di fronte a un risultato deludente del centrodestra a Milano alle prossime regionali, che verrebbe imputato a quelle scelte impopolari come Ecopass. Il dibattito sul dopo-Moratti non piace al vicecapogruppo e europarlamentare del Pdl, Carlo Fidanza: «Non mi unisco alla strategia di logoramento del sindaco, è sbagliata e autolesionista per il centrodestra. C’è ancora un anno e mezzo di mandato in cui valorizzare quanto di buono è stato già fatto e migliorare quello che non è andato».

E il sindaco si prepara a presentare tra due giorni, in consiglio gli obiettivi di fine mandato con un discorso alla città. Risponderà pure a qualcuna delle cento domande che il Pd le ha posto con un’interrogazione più di un mese fa.

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