Lupi: «Mai aperti così tanti cantieri»

Sabrina Cottone

La soddisfazione è evidente: «Finalmente si può discutere di cose fatte». Ma lo sguardo si sposta veloce sul futuro: «Tra cinque anni sarà pronto il tunnel sotterraneo che va da Garibaldi Repubblica a piazzale Kennedy». Maurizio Lupi, responsabile azzurro per le infrastrutture, commissario vicario del partito a Milano, ricandidato alla Camera, è convinto che la posta in gioco alle elezioni sia alta e che sul piatto ci siano anche le grandi opere: «Mai come in questi cinque anni si sono aperti cantieri. Per la prima volta ci troviamo a discutere di quel che è stato realizzato invece che di ciò che si può fare».
Eppure molti cittadini sostengono che è stato fatto poco. Come se lo spiega?
«Il cittadino vede i risultati quattro o cinque anni dopo la partenza dei cantieri e il tema vero è coinvolgerlo e ottenerne il consenso, aiutarlo a capire a che punto sono i lavori e dove arriveranno anche nella prima fase, quando si avvertono per lo più i disagi. Adesso si cominciano a toccare con mano i progetti avviati durante la prima giunta Albertini, quando io ero assessore all’Urbanistica. Penso alla riqualificazione del Portello, dell’area Om, a Quarto Oggiaro, Maserati».
L’asta per la Sea è andata deserta. Un fallimento?
«Non è accaduto nulla di grave e non accettiamo lezioni dalla sinistra su questo tema. La Sea non è stata venduta perché Gabriele Albertini ha posto criteri rigidi per evitare che fosse svenduta. Noi non usiamo le istituzioni per creare centri di potere come ha fatto Penati con Serravalle: il presidente della Provincia ha pagato le azioni tre volte il loro valore, noi ci siamo comportati diversamente».
La maggioranza è in frenata sulla vendita delle azioni Serravalle, nonostante la volontà del sindaco di procedere. È un cambio di rotta?
«La scelta politica pensa al consiglio comunale e penso che ci siano problemi di calendario. E poi io mi chiedo se sia giusto, a un mese dallo scioglimento, vincolare con una scelta del genere il sindaco che arriverà, chiunque sia. Ho forti perplessità».
A dieci giorni dalle politiche ci sono pochi manifesti e poche iniziative. È una campagna sotto tono?
«Col senno di poi, è un limite della legge elettorale che, eliminando la preferenza, non mette in primo piano la persona. Ma tra i vantaggi c’è la centralità delle idee e dei valori e il fatto che il proporzionale rende utile ogni singolo voto».
Sembra aumentata anche la litigiosità dei partiti della Cdl.

Vede rischi concreti?
«È importante votare Forza Italia perché la coalizione può essere forte solo se c’è un partito forte, altrimenti si crea una frammentazione come quella nel centrosinistra. Più forza dai a Forza Italia e più rendi coesa la coalizione».

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