Il lusso nel mondo è made in Italy

All’Italia vanno 20 miliardi su 75 Cresce però il mercato dei falsi

da Milano

Il lusso nel mondo parla italiano. Secondo una ricerca di Altagamma - l’associazione che raccoglie una sessantina di imprese, punto di riferimento mondiale per i prodotti di eccellenza - ogni anno vengono spesi 75 miliardi di euro per il top di gamma in settori quali arredamento, illuminazione, oggetti per la casa e la tavola, abbigliamento, calzature e pelletteria, gioielleria e orologeria, penne e accendini: il 26% (19,9 miliardi) è made in Italy. Nel nostro Paese la percentuale è più che doppia, con acquisti di lusso orientati per il 63% - 3 miliardi di euro su un totale di 4,2 - verso marche italiane.
Se l’Italia, dunque, detiene saldamente il primo posto fra i produttori di altissima gamma - la ricerca ha preso in considerazione le sole «prime linee», quindi le più esclusive e costose tra quelle prodotte dai vari marchi - il secondo posto spetta, come è facile immaginare, alla sua eterna rivale per il primato nel lusso, la Francia (16,4 miliardi, 22%), seguita dalla Svizzera che deve al settore dell’orologeria la sua performance da 14,6 miliardi, pari al 19,4%: la classifica prosegue con gli Stati Uniti - 13,9%, 10,5 miliardi - il Regno Unito e la Germania, rispettivamente con l’8,1% e il 5,7%, ovvero 6,1 e 4,3 miliardi di euro.
Ma c’è un altro mercato mondiale in continua espansione, dove è la Cina il produttore dominante: quello delle contraffazioni. Un business da 450 miliardi di dollari l’anno - equivalente al 7,9% del commercio mondiale, con una perdita di entrate fiscali per gli stati di 75 miliardi di dollari - e per l’80% di provenienza cinese.

Un fenomeno di proporzioni enormi che riguarda ormai non più dolo i prodotti di lusso ma anche quelli agroalimentari e di largo consumo, come è stato illustrato nel corso del convegno «Il mercato illecito: contraffazione e contrabbando», promosso da Bat (British American Tobacco) con il patrocinio di Indicam, l’istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione. Anche le sigarette sono sempre più aggredite dai falsi: il giro d’affari è da un miliardo di dollari con una produzione di 150 miliardi di pezzi, un danno fiscale pari a 4 miliardi di dollari l’anno.

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