Barbara Catellani
Si chiama «Belcanto Opera Company», è composta da genovesi di nascita o d'adozione e soprattutto sono tutti professionisti d'alto livello, che da nove anni portano l'opera italiana a Fuglsø (Aarhus), in Danimarca, dove ormai sono conosciuti e attesi con impazienza ed entusiasmo. Quest'anno è stata la volta di Macbeth, la strabiliante opera di Verdi, che ha riscosso un enorme successo. «Factotum» dell'iniziativa il maestro Riccardo Ristori, basso conosciuto in diversi teatri italiani.
Maestro Ristori, come è nata l'idea di «esportare» l'opera italiana proprio in Danimarca?
Guardi, tutto è capitato quasi per caso, quando una decina d'anni fa mi invitarono a Fuglsø per un concerto all'interno di un'iniziativa di ampio respiro, che comprendeva spettacoli di diversi generi musicali. L'organizzatore decise di passarmi il testimone - riguardo alla lirica, naturalmente - e io accettai, un po' per gioco, un po' per sfida, ed eccomi qui, ormai giunto al nono anniversario!
Un appuntamento fisso per migliaia di danesi, quindi.
Direi proprio di sì, il nostro viaggio estivo è diventato una «tradizione»; e pensi che raggiungiamo le 700 persone a serata, in un auditorium di un centro polivalente, non di un teatro! Devo però dire che gran parte del merito di questo successo spetta a Birthe e Holger Frisenette, una coppia che cura ogni cosa nei minimi dettagli, compresa la cena italiana abbinata al biglietto d'ingresso
senza di loro non avrei potuto fare tutto questo.
Opera a tutti gli effetti, con un particolare, però: il pianoforte al posto dell'orchestra.
Bè, sarebbe un po' complicato, nonché costoso, portarsi dietro cento musicisti. L'opera col pianoforte è generalmente poco eseguita, ma le assicuro che nulla toglie alla bellezza e alla godibilità dell'ascolto. E poi abbiamo un fedele pianista da otto anni, il M° Enrico Grillotti, che val bene un'orchestra, è un vero pilastro!
Macbeth, un'opera non tra le più facili, direi.
Ogni opera ha le sue difficoltà, anche se certo Verdi non è acqua fresca; ma per noi l'obiettivo resta sempre il grande impegno professionale e la prestazione di alto livello. Fino ad ora abbiamo avuto grandi soddisfazioni, con apprezzamenti della stampa e delle televisioni locali; così è stato anche nel Macbeth della settimana scorsa e di questo sono orgoglioso. A proposito del cast, avevamo un ottimo protagonista, il baritono Richard Rittelmann, che vive a Genova, accanto a molti artisti giovani e per lo più «concittadini», tra cui molti non alla prima esperienza danese. Penso a Cristiana Emoli, a Marcello Trabucco, ad Andrea Lanzola e a Roberto Covatta, anche se lui è genovese più dal punto di vista professionale che genetico; e poi c'era un nutrito coro quasi del tutto «nostro».
Un'ultima domanda: le scene?
Tutto casalingo, preparato però con cura nei minimi dettagli e per questo devo ringraziare la mia famiglia, soprattutto i miei figli, che con dedizione mi seguono e contribuiscono alla riuscita completa dello spettacolo; e Rosario Calcagno, responsabile del trucco e delle acconciature. Torniamo ora, stanchi ma già carichi di energia per l'anno prossimo e ringraziamo anche Verdi, che ha avuto un occhio di riguardo!
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