«Macché ciarpame, Silvio ha aperto il Palazzo alle donne in gamba»

Lei c’era. E anche lei ha deciso di parlare, di raccontare la sua verità in un libro, una lettera aperta a Veronica Lario dal titolo Noi, le ragazze di Silvio (97 pagine, 9,90 euro, Aliberti editore) da domani in libreria. Lei è Elisa Alloro, 33 anni, volto del web reality Ciccio Ciccio del 2001, oggi giornalista tv in lista con il Pdl al Comune di Reggio Emilia. Nel libro racconta il suo incontro con Berlusconi nel 2006, le serate a Villa Certosa in Sardegna fino a quella frase di Veronica - «ciarpame senza pudore» - riferito a lei e alle altre potenziali giovani candidate a Strasburgo: «Non c’è traccia di “ciarpame” fra le donne che Berlusconi ha voluto candidare per Bruxelles - scrive la Alloro -: la sottoscritta non ci sta ad essere infilata nel mucchio». E Noemi? «L’ho incrociata, una volta, per caso. La storia di “papi” è solo una colossale bolla mediatica avidamente ripresa e amplificata da malelingue che ancora una volta rimestano nel torbido, vere e proprie assurdità, senza alcun fondamento di veridicità».
L’incontro
Nel 2006, quando la Alloro lavorava a Mediaset, le propongono di intervistare Berlusconi. La telefonata è cordiale e semplice: «Buongiorno, la disturbo? Mi dicono che ha bisogno di me. Mi hanno riferito che ci sarebbero domande insidiose a cui sarei tenuto a rispondere». Partono insieme da Ciampino, su invito del premier, che le offre subito un lavoro per sei mesi «in una task force di cinquanta giovani giornalisti capaci per fare un ufficio stampa fra Roma e Bruxelles». Lei balbetta un rifiuto, Berlusconi rilancia invitandola allo stadio di San Siro. E poi in Sardegna, a Villa Certosa: «Ogni minuto trascorso con lui - scrive - seppur frammentario e al cospetto di altre decine di ospiti, l’ho sempre reputato un privilegio. Per questo non ho mai avuto bisogno di chiedere altro di più». Il Berlusconi privato viene descritto come «un lavoratore indefesso che si concede poche ore di sonno al giorno», «filantropo e coraggioso», attento a «distribuire equamente aiuti di ogni sorta a uomini e donne, senza alcuna discriminazione di natura sessuale, sociale né anagrafica» e persino all’immagine dei suoi ospiti. «Una volta mi disse: “Questa acconciatura non ti dona, sembri più vecchia”».
La candidatura saltata
Alla quattro giorni di full immersion di Via dell’Umiltà con i ministri Frattini, Brambilla e Brunetta per «formare» le giovani potenziali candidate c’era anche lei: «Come le altre - scrive - sono stata colta di sorpresa, l’ho saputo solo all’ultimo minuto. Ma quando ti viene data un’opportunità unica, che la maggior parte delle donne non ha, tu hai il dovere di coglierla per difendere le altre donne che questa chance non ce l’avranno mai». Assieme a lei c’erano anche Annagrazia Calabria, la più giovane parlamentare italiana, o Barbara Matera: «Ma non abbiamo avuto modo nemmeno di stringerci la mano».
Il precedente del 2008
Già nel 2008 si parlò di lei come candidata alle Politiche. «La notizia rimbalza su tutti i giornali locali. Il cellulare incandescente, fioccano chiamate da ogni dove, tutti si congratulano con me per la mia candidatura. Fandonie, io cado dalle nuvole. Nell’arco di ventiquattr’ore il mio mondo viene sconvolto dalla notizia. Anche perché dai titoli emerge una sola cosa: che Elisa Alloro ha un passato da showgirl». E allora giù insulti, contumelie e battute anche dagli «insospettabili» compagni di partito, indignati per la scelta: «Non lesinano bordate, “ma chi è questa Alloro?” - racconta nel libro -. L’unico interesse era scovare i miei “scheletri nell’armadio” tant’è che il mio caso è poi diventato di dominio nazionale». Decise allora di farsi da parte: «Mi son ritirata in punta di piedi, lanciando una sfida agli accusatori: siete liberi di fare ciò che più vi aggrada, ma sappiate che puntando l’indice contro di me non raggiungerete alcun obiettivo».
L’appello a Veronica
Il libro si conclude con un invito alla Lario.

«Berlusconi ha avuto l’ambizione e la grande intuizione di aprire le porte del Palazzo a donne consapevoli, brillanti, intuitive come Beatrice Lorenzin, Barbara Saltamartini, Mara Carfagna e Giorgia Meloni, che sappiano parlare e dar voce alle altre donne, veramente in gamba, che non finiscono mai sotto i riflettori». L’ultima frase è lapidaria: «Cara Veronica, l’infinita sensibilità vibrante di una donna non è una cosa che si può stendere su un letto».
felice.manti@ilgiornale.it

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