Politica

«Macché liti, è solo il gioco delle parti»

Leonardo Facco lo aveva detto.
«La Lega è Umberto Bossi, nessun altro conta».
Nemmeno Roberto Maroni.
«Tantomeno Roberto Maroni».
Sei stato leghista ed ex leghista della prima ora. Eppure la Lega non l’hai mai mollata: ci hai scritto un libro, Umberto Magno. Ora, con Luca Marchi, primo direttore della Padania, guidi il sito L’indipendenza, che fa le pulci al Carroccio. Non ti rassegni.
«No. Perché non ho mai rinnegato il valore e dell’indipendenza e dell’autodeterminazione».
Tu che li hai visti nascere.
«Era il ’96, ero consigliere comunale e capogruppo a Treviglio. Sul Po la Lega portava milioni di persone, una cosa mai vista».
Come si sono ridotti così? Bobo che vota contro Umberto, Umberto che gli vieta i comizi, Bobo che si sfoga su Facebook, Umberto che ricuce...
«È solo il gioco delle parti».
Sarebbe?
«Guarda come hanno votato su Nicola Cosentino. Se avessero votato compatti per le manette, Cosentino ora sarebbe in carcere, non c’è radicale o franco tiratore che tenga».
Invece Bossi ha lasciato libertà di coscienza, chiaro segnale a votare contro l’arresto.
«Ha detto che la Lega non è mai stata forcaiola, ma è vero il contrario».
Quindi che gioco è questo?
«Non entro nel merito di Cosentino, perché non ho letto le carte. Di certo, Bossi ha rispettato il patto con Berlusconi, l’asse col Pdl è saldo».
E Maroni? Lui ha palesato il voto a favore.
«Maroni dà voce alla base, che gridava: “Cosentino in galera”. Così evitano di disperdere voti. Chi ora si è arrabbiato con Bossi, alle urne voterà Lega perché c’è Maroni».
Non è una corsa alla leadership del partito?
«La Lega è Bossi e morirà con lui».
Vabbè.
«Ma guarda Varese! Al congresso il candidato di Maroni aveva il 90 per cento dei consensi della base».
Ma Bossi ha imposto Maurilio Canton candidato unico.
«E Maroni ha ritirato il suo. Uno che, come ha detto Maroni su Facebook, vuole rinnovare la Lega dall’interno, la rivoluzione la fa davvero, non fa finta!».
La Lega era al governo, forse i tempi non erano maturi.
«Bossi è segretario da soli 28 anni, il Cerchio magico decide tutto e i tempi non sono maturi? E comunque: il voto su Cosentino non era il momento giusto, allora?».
Infatti Maroni ha votato a favore dell’arresto, e contro Bossi.
«E i parlamentari si sono tutti allineati con Bossi, perché sanno bene chi comanda. Il che dimostra che la Lega è Bossi e Bossi soltanto».
Quindi il futuro della Lega è il «Cerchio magico».
«Sono cazzuti quelli, traduci tu l’espressione come vuoi».
Mi pare renda abbastanza bene.
«Il simbolo è nelle loro mani, la cassa anche. In Pontida Fin, la società finanziaria della Lega, ci sono Bossi e sua moglie, mica Maroni».
Quindi decideranno loro.
«Quello che interessa a Bossi, oltre ad assicurare il futuro ai suoi figli, è che non si disperdano voti, in astensionismo o in alcuni movimenti federalisti che già stanno radicandosi fra Veneto e Lombardia, come Veneto Stato o Unione Padana».
Come andrà a finire?
«Se il Cerchio magico è Bossi, il Cerchio magico ha già vinto. Chi gli ha dimostrato fedeltà, come i parlamentari che hanno votato per salvare Cosentino, andrà avanti».


Per arrivare dove?
«Perché non a un’operazione modello ’94, col nuovo partito cui ogni tanto ripensa il Cavaliere alleato al Nord con la Lega e al Sud con una forza simile alla ex An?».

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