Nasce dalla collaborazione internazionale di 18 Paesi, ricopre una superficie di 3mila chilometri quadrati (pari a circa 10 volte l'estensione della città di Parigi!), unisce due delle principali tecniche sviluppate sulla Terra per la rivelazione dei Raggi Cosmici di energia estrema, è il più grande rivelatore di particelle mai realizzato: è l'Osservatorio Pierre Auger. Situato nel Sud dell'Argentina, nella Pampa Amarilla, non lontano da Mendoza (in mezzo a buoi al pascolo e ragni dal morso letale), prende il nome da uno dei primi Fisici che si occupò di studiare queste particelle estremamente energetiche che provengono dal Cosmo e a cui i Fisici danno il nome di «Raggi Cosmici».
A questo grande progetto partecipa anche l'Italia, con gruppi di Fisici dislocati a Catania, L'Aquila, Milano, Roma, Torino, Napoli, Salento, Lecce e Genova.
È stato proprio un dottorando di Genova, il dottor Roberto Pesce, a presentare al pubblico non specialistico i dettagli di questo progetto. E, in particolare, gli ultimi risultati ottenuti da Auger, risultati che hanno permesso di svelare qualche mistero in più sull'Universo e, in particolare, sulle lontane sorgenti di queste particelle atomiche. Il ricercatore ha chiarito quali sono le tecniche che i Fisici adottano per intercettare e rilevare queste particelle e se saranno possibili esperimenti nello spazio, per l'osservazione di questi misteriosi «messaggeri cosmici».
Lo ha fatto a dicembre in un affollato seminario al Dipartimento di Fisica (si può visitare il ricco sito internet dell'Osservatorio Auger: www.auger.org). È stato, quello con Pesce, il primo di una serie di appuntamenti condotti dai giovani dottorandi di Fisica, con lo scopo di avvicinare il pubblico non specialistico alle problematiche di ricerca portate avanti dall'Università di Genova. Il prossimo incontro riguarda la termodinamica dei quark (dottor Simone Conradi, il 10 gennaio, alle 16.30).
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