Un fidanzamento turbolento. La rottura a fine 2008. Poi la scoperta che quel che lei gli diceva si era puntualmente realizzato: «Nadia voleva arrivare a Berlusconi, voleva ricattarlo, voleva sfruttarlo e voleva farsi pubblicità. Quando l’ho ritrovata in tv a raccontare le sue serate bollenti ad Arcore mi sono detto: «“Hai visto? È arrivata dove voleva”».
Nadia è Nadia Macrì, la escort di Reggio Emilia che sostiene di aver avuto rapporti sessuali a pagamento col Cavaliere. Lui invece si chiama Marco Caroli, di mestiere fa il commesso, abita a Milano ma ha origini bolognesi. Ancora ieri, in un’intervista al Fatto, la Macrì è andata giù pesante: «Berlusconi consegnava buste sigillate con contanti e il nome già scritto. Io ho ricevuto 10mila euro per due prestazioni sessuali».
Marco, come vi siete conosciuti?
«A Milano, alle 3 del mattino, vicino ad una discoteca».
Vicino?
«Lei correva sui Bastioni inseguita da due neri. Aveva le scarpine in mano, era disperata».
Lei?
«Ho visto una donna sola e l’ho aiutata».
Il sèguito?
«Abbiamo cominciato a parlare, abbiamo scoperto le comuni radici emiliane, abbiamo iniziato a frequentarci».
Nadia come si presentava?
«All’inizio mi disse di essere una hostess, una ragazza immagine, qualcosa del genere. A me pareva a posto, mi piaceva. Col tempo mi sono accorto che le cose non stavano così».
E come stavano?
«Lei voleva entrare in contatto con personaggi famosi. E sfruttarli. Ricattarli».
Le sue sono accuse pesantissime.
«Mi prendo le mie responsabilità. Mi sono consultato a lungo, prima di parlare, col mio avvocato, Liborio Cataliotti. Nadia mi ripeteva: “Vieni con me, sei un ottimo comunicatore, accompagnami. Non vorrai mica rimanere a fare il commesso o il cameriere per tutta la vita”».
Fin qui è una legittima aspirazione.
«Lei sapeva dove arrivare. “Io - ripeteva -, devo riuscire a fare delle foto con personaggi famosi”. Ecco dove avrei dovuto scortarla: a questi appuntamenti. “Poi - aggiungeva -, se rivedo la tale persona e quella mi riconosce, si ricorda il mio nome, è fatta”».
È fatta?
«Sì. Lei era convinta che bastasse poco, un cenno di amicizia, una foto, la familiarità del nome, per avere in pugno una persona. “Io li sputtano tutti”, mi confermò».
Una megalomane?
«No. Perché brigava veramente per entrare in contatto con personaggi altolocati. Io, colpito dalla sua determinazione, dalla sua voglia di emergere sfruttando relazioni torbide con i potenti, le chiesi: “Ma dove vuoi arrivare, al presidente? A Berlusconi?“
La risposta di Nadia?
«“Certo”. Aveva in testa il Cavaliere. E sapeva, o immaginava di sapere, come colpirlo».
Che cosa voleva dai potenti?
«Soldi e notorietà. Direi un miscuglio di denaro e fama. Poi era animata da una sorta di rabbia interiore. Sperava di arrivare al Grande fratello, forse qualcuno l’aveva illusa, ma alla fine le avevano risposto di no, anche perché non aveva la fedina penale a posto. E lei l’aveva presa malissimo».
Perché vi siete lasciati?
«Era una relazione instabile e pericolosa. Ho capito di aver commesso un errore. E non l’ho più sentita».
L’ha ritrovata sui giornali.
«Esatto. E ho avuto la conferma di quel che pensavo: lei aveva sempre mirato ad Arcore».
Ieri al «Fatto» la sua ex è stata netta: «Berlusconi ci osservava... Si ritirava in una stanza per i massaggi e una alla volta entravamo per un rapporto sessuale, cinque minuti ciascuna».
«Non so. Nadia è stata ad Arcore nel 2009, in un periodo successivo, ormai non ci sentivamo più. Però so quel che mi diceva».
Che cosa?
«Lei era chiara: “Credi che io vada a letto con gli uomini più anziani? No, no, vado con i calciatori, con quelli giovani e belli. Con quelli che mi attirano”».
Ma allora come faceva?
«“Io li sputtano tutti”, mi
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