Mad Lerner

Mad Lerner

Mi attanaglia il timore di essere diventato di sinistra. C’è sempre una personalità che ti dà il colpo di grazia, e io per onestà intellettuale ho il dovere di menzionarla: è Gad Lerner. Ricordo l'eleganza con cui, da direttore dimissionario del Tg1, sventolò un bigliettino che un esponente di An gli aveva passato. Ricordo il coraggio con cui, subito dopo una condanna a Marcello dell’Utri, scrisse che «da lui non comprerei un’auto usata» e poi spettegolò circa «una vasta aneddotica circolante sottovoce». Ricordo le puntate dell’Infedele in cui invitò solamente gente che vellicasse il suo ego, ricordo le innumerevoli volte in cui fece la voce grossa solo coi più deboli, ricordo le rotule che definitivamente si scorticò dopo aver intervistato Romano Prodi. Ricordo il suo aver comicamente sostenuto (due volte) che gli incidenti alle ambasciate fossero anche dovuti alla complicità di fotoreporter che avrebbero infiltrato benzina e bandiere da bruciare, fotoreporter che forse, ne deduciamo, magari hanno pure chiesto a un discreto numero di musulmani se potevano cortesemente morire per rendere più drammatiche le fotografie.


Ho visto, in generale, il contributo di Lerner al dibattito. E siccome il disprezzo per l’avversario è tipicamente di sinistra, io confesso il progressivo indebolimento del mio pensiero, forse l’inizio di una conversione.

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