Il Made in Italy alla conquista della Cina

Nel Paese asiatico l’export aumenta del 31,5%. Buone notizie anche dalla Russia e dagli Usa

Serena Cipolla

da Milano

Il made in Italy sfonda in Cina e a giugno l’Istat registra un incremento delle esportazioni del 31,5% su base annua. A guidare la classifica è Pechino con i prodotti alimentari, le bevande e il tabacco che hanno spuntato un incremento del 165,2 per cento. E secondo Coldiretti, ai cinesi piace molto il nostro vino tanto che, nei primi quattro mesi dell’anno, c’è stato un vero e proprio boom con un aumento delle esportazioni pari al 96,9 per cento. Ma nel colosso asiatico l’Italia ha raggiunto risultati particolarmente positivi anche nel settori della gomma e della plastica dove è stato registrato un più 46,6%, nel comparto del cuoio con più 41,8%, in quello delle macchine e degli apparecchi meccanici con più 38,8% e nel comparto elettrico e di precisione con un aumento del 37,9 per cento. Chiudono la lista, con segno positivo, anche i prodotti chimici e le fibre sintetiche con un incremento del 30,3 per cento. Il saldo commerciale resta negativo per 5.739 milioni di euro, perché le importazioni dalla Cina sono sostenute e con tassi di crescita elevati per mezzi di trasporto, carta e minerali ma, lo dicono i numeri, l’export sembra andare a gonfie vele e a settembre un centinaio dei nostri imprenditori parteciperà alla fiera delle piccole e medie imprese di Canton. E sono previsti incontri con le istituzioni locali anche a Nanchino, Shanghai e Pechino per promuovere il sistema Italia.


La nostra produzione sembra apprezzata e richiesta dai nuovi mercati ma buone performance caratterizzano anche la Russia dove l’incremento delle esportazioni è stato del +27,4%, nei Paesi Opec con il 27,3%, in Turchia con il 12% e negli Stati Uniti, con il 10,9 per cento. Unica eccezione è il Giappone, dove c’è stata una contrazione delle esportazioni del 4,3 per cento.

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