Antonio Lodetti
da Milano
Un canto sensuale, ambiguo nel giocare tra abbandono romantico e tensione bluesy coniugati col calore della ballata jazz. Madeleine Peyroux si ispira a Billie Holiday, cercando di seguirla sulla strada della libertà espressiva e avendola seguita su quella del disagio esistenziale. Vissuta tra New York e Parigi, Madeleine ha messo a rumore il mondo del jazz nel 1996 con Dreamland, cantando classici del blues anni Venti e di Fats Waller; poi una pausa di silenzio lunga otto anni, numerose fughe, vicissitudini personali e il ritorno con Careless Love, uno dei migliori album del 2004. Ora, dopo altre crisi personali, pubblica Half the Perfect World, sofisticata raccolta di brani originali come Im All Right e di cover che spaziano da River di Joni Mitchell (in duo con k.d.Lang)a Blue Alert e Half the Perfect World di Leonard Cohen, da La Javanaise di Serge Gainsbourg a Smile di Chaplin passando per The Heart of Saturday Night del ruvido Tom Waits.
Ha trasformato la canzone dautore in splendide ballate jazz.
«Non faccio questioni di genere. I brani che ho scelto sono veri, scritti e cantati da gente che ha vissuto quelle storie sulla propria pelle. Leonard Cohen è uno straordinario scrittore realista. Joni Mitchell trasforma la realtà in sogni, Chaplin trasmette emozioni immense. E poi sono brani di una musicalità splendida».
Nel suo background conta di più linfanzia americana o ladolescenza parigina?
«Entrambe, ma a Parigi ho vissuto più liberamente, per le strade, a contatto con la gente che crea larte e che soffre. Così alla sensibilità del jazz ho unito quella degli chansonnier».
Il suo mito è sempre Billie Holiday?
«Credo non esisterà mai una donna più completa, unartista vera che ha trasformato le sofferenze della sua vita in blues. Lei e il blues sono le due facce della stessa medaglia».
E Madeleine Peyroux chi è oggi?
«Una che canta ciò che sente, una persona piuttosto malinconica ma sempre in cerca di qualcosa di positivo. Nella vita conto solo sulle mie forze, nellarte su un gruppo di straordinari musicisti e compositori: nel rapporto con loro, nella complicità, nelle note e soprattutto nel silenzio si crea la magia della mia musica».
Poco tempo fa le cronache si sono occupate di lei. Era scomparsa senza lasciare traccia.
«Ho bisogno dei miei tempi e delle mie pause. A volte il mondo, o la pressione dellambiente musicale, mi stanno stretti, ma il blues mi salva sempre, è la medicina dellanima».
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