«Lei è così fuori del comune», «così fuori dagli schemi». Nessun album fu più adatto a rappresentare la Cindy Lauper degli esordi come Shes So Unusual, o a diventare un inno dello yuppismo (Girls Just Want to Have Fun, ovvero Le ragazze vogliono solo divertirsi, ma non dimentichiamo che il divo Miles Davis rilesse la sua You Are Under Arrest). Cindy era una biondona ma arrivò il tornado-Madonna e lei, per distinguersi dalla «madonnite» cambiò pure colore di capelli. Da allora ha venduto più di 25 milioni di dischi e continua a smarcarsi dai tediosi stereotipi del pop. È sempre bellissima (la chirurgia estetica fa grandi cose) ma più che della teenager oggi ha il ruolo della vamp, e affronta un repertorio antico e serio come quello blues, che ha inciso nellalbum Memphis Blues e che presenterà il 13 luglio al Milano Jazzin Festival (allArena Civica) nella sua unica data italiana.
Il blues è agli antipodi delle sue radici.
«Ora sono cresciuta, ho 58 anni e ho avuto tutto il tempo di fare le mie follie. Sinceramente farei ridere a interpretare una canzoncina pop col sedere di fuori come fanno tante mie colleghe. Meglio ricominciare dalla vera musica, dal blues, anche se ho dovuto pubblicare un altro album pop prima di dedicarmi a questo progetto. Con il mio carattere e le mie idee non piaccio molto ai discografici».
Il cd è arrivato in cima alle classifiche, cosa ne ha determinato il successo?
«Per cantare il blues bisogna viverlo davvero, io lho fatto per la prima volta nella mia vita e non è per nulla facile. Poi molta gente che di solito ascolta il blues ha apprezzato lo splendido lavoro di chi ha collaborato con me: in primis il grande vecchio B.B.King con la sua magica chitarra, poi Jonny Lang chitarrista di ultima generazione, Ann Peebles, Charlie Musselwhite, che oltre ad essere un grande armonicista ha insegnato a Dan Aykroyd come muoversi e ballare nei Blues Brothers».
Cosa pensa del disco?
«Tutti coloro che hanno partecipato avevano qualcosa da dire e lo hanno riversato nei brani che abbiamo scritto insieme e i classici son venuti una meraviglia. Quando ho visto che lalbum andava in vetta alle classifiche ho pensato fosse incredibile. Il mio pubblico ha colto la mia sincerità. Finalmente mi sono sentita completae serena».
Però qualche follia non manca: ad esempio il lancio di due rossetti anti Aids con Lady Gaga.
«Io e Lady Gaga non abbiamo nulla in comune musicalmente se non progetti benefici e iniziative umanitarie. Non ho complessi dinferiorità con lei, o Madonna, o chiunque altra: sono Cindy Lauper e canto il blues con B.B.King, un bel successo».
Il 13 luglio sarà allArena Civica di Milano, sarà un vero concerto blues, ovvero farà ascoltare ai suoi fan anche i suoi più grandi successi in versione blues?
«Si, sarà uno spettacolo maledettamente blues, non aspettatevi brano sdolcinati o pezzi da discoteca. per me è sempre un divertimento cantare le vecchie canzoni ma provo ogni volta a infondere un po di nuova linfa vitale con qualche cambio qua e là.Girls Just Wanna Have Fun è diventato uno scatenato funky blues e She Bop ha cambiato pelle ma suona davvero bene con questa nuova veste. Naturalmente ci sarà Time After Time; ricordo la versione rifatta da Miles Davis in You Are Under Arrest...mi ha cambiato la vita».
Cosa pensa dei talent show e a chi li usa come trampolino?
«Mi piace seguire i talent, ma rimango convinta che il modo per avere una lunga carriera sia ancora quello vecchio e tradizionale, suonare dal vivo e affinare le proprie capacità. Se diventi famoso da un giorno allaltro non durerà, molti vengono dimenticati appena finisce il programma».
Oggi è una popstar, o bluestar ma anche una mamma fiera di esserlo. A quale icona dei nostri tempi vorrebbe che suo figlio facesse riferimento?
«Mi piacerebbe che Barack Obama fosse il modello che mio figlio Dyclin seguisse».
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