La madre: «Nessuna verità per Chiara»

Alza gli occhi al cielo la mamma della vittima Chiara Poggi quando le chiedono se con questa sentenza è stata fatta giustizia. «È una sentenza che non ci aiuta in alcun modo - mormora la donna con voce flebile - per nostra figlia non credo sia ancora stata fatta giustizia».
Alberto, il fidanzato di Chiara all’epoca del delitto, è stato appena assolto dall’accusa di averla uccisa, quando in una saletta del tribunale arrivano i genitori e il legale Gianluigi Tizzoni per un breve incontro con i giornalisti. La madre di Chiara si siede ma cerca l’angolino più nascosto dietro il tavolo. Il marito le si siede accanto, al centro davanti ai microfoni, si siede l’avvocato di famiglia.
«È un’assoluzione secondo l’articolo 530 comma secondo, una forma dubitativa - comincia il legale - ma per conoscere cosa abbia spinto il giudice occorrerà attendere le motivazioni». «Oggettivamente - aggiunge - ritengo che i risultati delle perizie dovevano dare un risultato opposto». Tizzoni annuncia appello, ricordando che ci sono stati oltre due anni di indagini, sono stati ascoltati oltre 250 testimoni e tutti gli elementi puntavano contro Alberto. «La vita di Chiara era assolutamente trasparente - dice ancora Tizzoni - aveva poche amicizie, un solo fidanzato, non si capisce chi possa essere stato a ucciderla». I giornalisti rivolgono quindi domande ai genitori di Chiara. La prima è per mamma Rita. la donna non pensa sia stata fatta giustizia per sua figlia. È comunque in difficoltà, lei che è stata sempre così schiva sebbene gentile, a parlare davanti a una selva di microfoni, telecamere, giornalisti che prendono appunti.
Il marito Giuseppe corre in suo aiuto e prende lui la parola. «Noi rispettiamo la sentenza - dice - comunque adesso voglio ringraziare il nostro legale, i giudici, i carabinieri, tutti quelli che ci sono stati vicino». Gli chiedono se cambierà qualcosa con Alberto Stasi. I rapporti con l’ex fidanzato della figlia si sono interrotti ormai da mesi, da quando le indagini lo hanno indicato come il presunto assassino della giovane. «Non siamo stati noi a indicare Alberto come un colpevole, ma le indagini. Se uscirà un altro colpevole vedremo - dice papà Poggi - ma adesso è troppo presto per parlare di riavvicinamento».


Nella cittadina di Garlasco prevalgono lo sgomento e l’indignazione per un delitto che resta senza colpevoli: dopo 858 giorni dall’assassinio di Chiara, l’assoluzione di Alberto, unico indiziato, ha fatto ripiombare i cittadini nello stesso stato d’animo di quel 13 gennaio 2007, quando il centro del Pavese scoprì il brutale massacro della 26enne nella sua villetta.

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