da Madrid
Centinaia di migliaia di persone sono scese ieri in piazza a Madrid, convocate dal Partito popolare (Pp, opposizione di centrodestra), per denunciare la scarcerazione del membro dell'Eta Inaki de Juana Chaos, che scontava una condanna per 25 omicidi, e per chiedere le «dimissioni» del premier José Luis Rodriguez Zapatero. Secondo la regione di Madrid, governata dal Pp, i dimostranti erano ieri 2.150.000. Secondo calcoli indipendenti ufficiosi i partecipanti sarebbero stati circa un milione.
Il leader popolare, Mariano Rajoy, ha invitato Zapatero a «rettificare» la sua decisione di concedere gli arresti domiciliari a De Juana dopo 115 giorni di sciopero della fame. E in caso contrario ha rivolto un appello a «tutti gli spagnoli a difendere la nazione» nelle piazze contro i «cedimenti» del governo socialista evocando «lo spirito di Ermua» la città basca dove nel 1997 venne rapito e ucciso il consigliere locale del Pp, Miguel Angel Blanco. Blanco venne assassinato dopo che il governo di José Maria Aznar evitò di cedere alla richiesta dell'Eta di trasferire nel paese basco tutti i suoi detenuti. E la sua morte provocò la prima e più grande risposta di massa contro il terrorismo basco.
«Zapatero dimissioni», «Zapatero traditore» e persino «Zapatero anticristo» erano alcune delle frasi che apparivano sui cartelli o scandite nella manifestazione, svoltasi senza incidenti e in cui risaltavano migliaia di bandiere nazionali e che Rajoy ha definito «la più importante della storia della democrazia spagnola». Rajoy aveva affermato nei giorni scorsi che il premier «già non conta» ed è ora di cambiare pagina.
Il leader socialista da parte sua se, come dice l'opposizione, ha ceduto all'Eta, non cede alla piazza e ha detto che pur «rispettando» la manifestazione non cambierà idea perché la sua decisione di mettere De Juana agli arresti domiciliari è stata «la più responsabile e giusta» onde evitarne la morte dopo 115 giorni di sciopero della fame.
Una manifestazione, quella di ieri, svoltasi alla vigilia del terzo anniversario degli attentati dell'11 marzo 2004, che furono seguiti da gigantesche dimostrazioni in tutto il paese e che provocarono la caduta del governo di Aznar.
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