Unisce, divide e appassiona: Vincenzo Nibali è litaliano di Spagna che piace agli italiani. È luomo che è riuscito a riportare dopo venti anni la corsa iberica tra i confini del Belpaese. È il corridore che ci ha regalato un grande Giro forestiero dopo dodici anni (lultima volta, il Tour del 98 con Marco Pantani). Vincenzo è siciliano di Messina, ma è anche un po toscano, visto che da dieci anni vive a Mastromarco, dove arrivò alletà di sedici anni per poter correre con regolarità e spiccare il volo nel gran mondo del ciclismo.
Vincenzo ha una maglia rossa in valigia e una azzurra che lo attende. Oggi da Madrid (dove ieri ha chiuso la Vuelta in trionfo, mentre Farrar ha vinto allo sprint lultima tappa) arriverà con un volo a Firenze alle 15.45. A Mastromarco si sono già mobilitati e andranno ad accoglierlo per portarlo prima dal sindaco e poi a fare baldoria nella piccola frazione del comune di Lamporecchio dove il corridore siciliano ha preso residenza. Domani, partenza per Milano, dove si congiungerà con la spedizione azzurra del ct Paolo Bettini, per partire alla volta dellAustralia (il 3 ottobre si corre il mondiale).
Vincenzo ha anche due famiglie: quella naturale e quella adottiva. «Era un bimbo terribile racconta papà Salvatore -. Sveglio. Vispo. Appena poteva scappava via». Mamma Giovanna: «Quando, a 9 anni, il papà gli ha regalato la prima bici da corsa, dava battaglia a tutti. Si divertiva da morire». Vincenzo ha due famiglie. Il sangue è siciliano, ma nel cuore cè anche tanto di Mastromarco. La famiglia Franceschi di Carlo e Bruna, questo ragazzino lha letteralmente adottato e lui li considera genitori bis. «Abbiamo una casa a due piani. Sotto sta nostra figlia Barbara, sopra noi. Vincenzo, fin quando non ha comprato casa proprio qui nelle vicinanze, viveva in mansarda. A dire il vero, ancora oggi è più qui da noi che a casa sua».
Mastromarco è in estasi: «Lo seguiamo dappertutto spiega Mary Malucchi del fans club Nibali CanNibali -. Siamo come un gruppo che segue un fratello. Gli vogliamo tutti un bene dellanima. A Vincenzo non si può voler male. Per questo lo festeggiamo anche quando non vince».
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