«A scuola picchio i bambini, non stanno attenti, non mi ascoltano
Alcuni li ho presi a calci. Non è che gli voglio far male, ma non mi so controllare. Nessuno mi ha mai scoperto, ai bambini non sempre si crede e io sono stata fortunata. Finora lho fatta franca, ma ho paura di finire anchio in prigione prima o poi. Mi aiuti la prego». La donna gira e rigira tra le mani un piccolo fazzoletto, guarda dritto negli occhi il medico che le sta di fronte. Sa di poter parlare apertamente, di non rischiare denunce penali grazie al segreto professionale che vincola lo specialista con il proprio paziente. Ma soprattutto sa che dopo 25 anni di disonesto servizio nella scuola pubblica potrà raccontare tutto e togliersi un peso. È stato il dottor Vittorio Lodola DOria, medico specialista in malattie del lavoro della Asl di Milano, membro della commissione medica che stabilisce lidoneità o meno degli insegnanti a continuare a lavorare in classe dopo malattie, eventi traumatici o stress, a raccogliere la confessione choc di Anna (nome di cortesia). Si è presentata da lui spontaneamente la settimana scorsa dopo il caso delle due maestre di Pistoia arrestate per aver maltrattato i bambini del nido. Anna è maestra dasilo, assolutamente top secret per ragioni di sicurezza, le scuole dove ha insegnato se si può usare ancora un termine come questo. Ecco la sua sconcertante testimonianza: «Ho iniziato a picchiare i bambini anni fa. Allinizio erano scappellotti, mi facevano sentire meglio. Con alcuni sono andata oltre. Un bambino di tre anni lho preso a calci in classe quando non cera con me laltra insegnante. Lui piangeva, gli altri erano terrorizzati. Lho fatta franca perché era un bambino di colore, appena arrivato in Italia, non sapeva litaliano. Non so se ha mai detto a qualcuno che lo picchiavo. Poi cè stata una bambina. Lho picchiata forte. Lei però laveva detto alla mamma. Ma non è stata creduta. I genitori mi conoscevano bene, ero stata la maestra anche dellaltra figlia, maggiore, e mai avrebbero potuto immaginare che davo schiaffi e sberle. Sono stata fortunata».
Il dottor Lodola DOria ha raccolto la confessione e per prima cosa ha stilato una richiesta di sospensione immediata dal servizio per motivi di salute. «Si tratta di persone psichicamente labili, profondamente disturbate - spiega lo specialista - inidonee a lavorare con i bambini e che devono essere curate. Non è il primo caso che vedo e so che non sarà lultimo». Lodola dOria è un esperto in materia. Lultimo suo libro si intitola «La scuola paziente» nel senso di malata, appunto. «Il male oscuro degli insegnanti si chiama burnout - spiega - letteralmente significa fusione. Vanno in tilt, il mestiere dellinsegnante è tra i più logoranti in assoluto, ma quando si rivolgono a noi i danni sono già compiuti». La settimana scorsa è arrivata da lui unaltra insegnante, in questo caso di scuola elementare. Mandata in commissione medica dal dirigente scolastico. Linsegnante in questione aveva preso una prima elementare, era arrivata da un altro istituto dal quale era stata trasferita per «incompatibilità ambientale». E non era la prima volta. «In tre mesi ha terrorizzato i bambini - racconta il medico -. Dice che le dà fastidio la luce e fa lezione con le tapparelle abbassate, ha costretto gli alunni a mettere i banchi in fondo allaula per non averli troppo vicino. Ha punito un bimbo perché aveva pulito la bocca al suo compagno disabile durante la mensa: lei aveva proibito a tutti di aiutarlo sostenendo che doveva imparare a farcela da solo.
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