Le maestre fanno il gioco duro Ora il Comune le vuole punire

Le maestre fanno il gioco duro Ora il Comune le vuole punire

Il tavolo finisce gambe all’aria e le trattative saltano, dopo un’altra giornata di proteste, con 800 maestre in assemblea. Il braccio di ferro tra Comune e rappresentanti delle educatrici, che va avanti da ieri pomeriggio - anche se le due parti si scontrano da più di un mese - si è concluso con un nulla di fatto. Il Comune non ritirerà gli ordini di servizio e, anzi, applicherà i provvedimenti disciplinari, dall’altra parte le educatrici si riuniranno in assemblea permanente. Per lunedì è previsto un presidio davanti a Palazzo Marino «per ricordare ai consiglieri il documento votato da maggioranza e opposizione che invitava il sindaco a riprendere le trattative», mentre per martedì è stata convocata un’assemblea generale.
L’assessore a Scuola e famiglia, Mariolina Moioli, è più determinata che mai: «Oggi (ieri) la giornata è andata meglio rispetto a quella di ieri: gli asili nido hanno funzionato a pieno regime, fino alle 18 - racconta - mentre qualche materna ha garantito ancora solo il servizio parziale. I miei uffici stanno lavorando per cercare di colmare le lacune con le precarie, in modo da garantire il servizio pieno anche domani (oggi). Mi scuso ancora per i disagi e sono molto dispiaciuta per come sono andate le cose, proprio perché il nostro impegno è quello di garantire ai 10mila bambini e alle loro famiglie un servizio di qualità, come ci è stato chiesto formalmente dai genitori - ma la colpa è tutta del sindacato, che ha sottovalutato la nostra determinazione nel far lavorare le educatrici a luglio, come loro dovere». L’assessore invoca la legge regionale del 2005 che stabilisce che il mese di luglio sia a tutti gli effetti inserito nel calendario scolastico per le 3mila educatrici di ruolo, dipendenti comunali. Non solo per il servizio in luglio le «maestre» di nido e materne percepiscono, oltre allo stipendio, un incentivo di 1100 euro lordi per tutto il mese, della metà per 15 giorni, cui si aggiungono 6 giorni di ferie. «Dicono che ci siamo mossi in ritardo ma sono anni che cerchiamo di fare sì che le educatrici di ruolo lavorino in luglio. Hanno sempre vinto i sindacati, che pretendevano la volontarietà del servizio. Quest’anno però - commenta amaramente Mariolona Moioli- abbiamo preso la decisione - a fronte dell’ennesima richiesta dei genitori - di non appaltare più i centri estivi a cooperative. Apprezzo molto il senso di responsabilità di quelle persone che hanno garantito il servizio, a differenza di altre che creano disagio - in modo prepotente e aggressivo - perché non hanno voglia di lavorare».
Il muro contro muro continua dunque. I sindacati, con tutte le sigle compatte, non hanno intenzione di mollare la loro battaglia: «Assembla a oltranza e a breve sciopero nazionale - annuncia Nicola De Vita, segretario provinciale Cisl per la Funzione pubblica -. Vogliono violare il contratto nazionale (articoli 30 e 31) per arrivare a contratti individuali, ma noi non lo permetteremo.

L’obiettivo della pubblica amministrazione, e casi simili si stanno verificando anche a Pavia e a Varese, tanto per fare degli esempi, - è quello di far saltare il contratto nazionale. Non ci riusciranno». La battaglia continua.

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