La mafia cinese, serie d’azione per la «giovane» Raiuno

da Roma

Droga, mafia, traffico di clandestini: un thriller internazionale che si intreccia ad una grande storia d’amore. Secondo il direttore di Raifiction, Saccà e il produttore Sergio Silva, La moglie cinese «è un prodotto di un genere che da tempo era scomparso dall’offerta di Raiuno». Il movimentato intrigo internazionale in onda in quattro puntate, il 14, 15, 21 e 22 maggio, per la regia di Antonello Grimaldi, «è infatti un action. Cioè un film d’azione che non ha più nulla a che spartire con i polizieschi un po’ consolatori della nostra tradizione e che racconta il mondo per quello che è - spiega Saccà -. Un mondo in cui i buoni vincono (forse) ma a costi altissimi».
Il risultato è l’indagine che il commissario Stefano Renzi (Pietro Sermonti) conduce sulle tracce della mafia cinese aiutato dalla giovane interprete asiatica Ling (la fotomodella Amy Chow) della quale si innamorerà, duellando con il capo di un traffico internazionale di droga al fianco del quale c’è la bellissima Anna (Kasia Smutniak). «Ovvero un prodotto che potrebbe spiazzare il nostro pubblico - riflette il direttore di Raifiction - ma si tratta di un rischio calcolato e necessario. Perché Raiuno vuole riallacciare con il pubblico giovanile e mettere sul conto anche una leggera perdita di quello tradizionale può essere opportuno».


Quanto all’interprete Sermonti (che non tornerà a girare la nuova serie del Medico in famiglia, pure ufficialmente programmata) «si è trattato di una sfida stimolante. Passare dal garbato e confidenziale dottor Zanin all’atletico e tormentato commissario Renzi».

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