Mafia, ecco le notizie che Santoro & C. non vi daranno mai

Si chiama «Le verità nascoste» la puntata di stasera di Annozero dedicata alla mafia. E quanto segue vuole essere una sorta di promemoria per Michele Santoro, nel caso in cui durante la trasmissione si paventasse ancora lo stereotipo del governo Berlusconi paramafioso, quando i fatti «legislativi» dimostrano l’esatto contrario nella lotta alle organizzazioni criminali radicate nel sud Italia. Questi i fatti: da carcere «duro» a «durissimo» per i boss mafiosi, una maggiore efficacia della confisca dei beni delle organizzazioni criminali, la possibilità di reimpiegare subito i soldi e i beni tolti ai killer: sono soltanto alcune delle misure antimafia adottate dal governo in carica, di gran lunga più attivo dei precedenti nella lotta alla criminalità organizzata. Parlano i provvedimenti, ma anche i numeri: quelli dei latitanti catturati e delle somme sequestrate ai malavitosi, che solo al 31 luglio ammontano a più di 617 milioni di euro. Berlusconi ha profondamente riformato il settore delle misure antimafia prima con il decreto-legge «sicurezza» del 23 maggio 2008 e poi con la nuova legge del 15 luglio 2009 in materia di sicurezza pubblica entrata in vigore lo scorso 8 agosto. Ecco cos’ha fatto il governo accusato, più o meno velatamente, di strizzare l’occhio a padrini e picciotti.

PIÙ RESTRIZIONI PER I BOSS

Il carcere per i mafiosi diventa ancora più duro e può essere disposto anche per chi è accusato di altri reati. La durata di questo regime carcerario speciale è stata allungata da 2 a 4 anni. Le preesistenti restrizioni sono state aggravate: meno colloqui con familiari e difensori e obbligo di videoregistrarli, misure per rendere impossibile la comunicazione tra detenuti. Introdotto anche il reato di agevolazione ai detenuti sottoposti al 41-bis: chiunque cerchi di favorirli aiutandoli a comunicare con l’esterno rischia fino a 5 anni di carcere.

CONFISCHE PER TUTTI

La confisca dei beni - prima prevista soltanto per chi era sospettato di appartenere ad associazioni di tipo mafioso o camorristico - viene estesa ai soggetti indagati per reati di gravissimo allarme sociale (per esempio tratta di persone, rapimenti, traffico di droga). Anche gli indiziati di trasferimento fraudolento o possesso ingiustificato di valori, reati spesso correlati all’infiltrazione mafiosa nell’economia legale, possono essere sottoposti a tali misure. Sono state velocizzate le procedure per un effettivo utilizzo degli immobili sottratti ai criminali: rispetto al 2007 ha trovato una destinazione il 69,47 per cento in più dei beni confiscati, che nel governo Berlusconi ammontano a oltre un miliardo e mezzo di euro, il 310 per cento in più rispetto ai 14 mesi precedenti (quelli sequestrati superano invece i cinque miliardi e trecento milioni di euro). Nei primi nove mesi del 2008 sono stati liberati e riconsegnati ai legittimi destinatari 135 stabili confiscati e ancora occupati dai mafiosi. Grazie ad un accordo tra il ministero dell’Istruzione e l’agenzia del Demanio 230 immobili requisiti alla malavita diventeranno scuole di formazione professionale.
La confisca può essere eseguita su qualsiasi bene di cui il condannato abbia disponibilità, anche per interposta persona, per un un valore equivalente al profitto del reato. Il pacchetto sicurezza consente all’autorità giudiziaria di disporre la «confisca per equivalente» anche nei casi di condanna per delitti di stampo mafioso.

POTERI AI PROCURATORI

Il procuratore nazionale antimafia coordinerà tutti i procedimenti di prevenzione e potrà chiedere l’applicazione delle misure, così come il direttore della Direzione investigativa antimafia. Questo per valorizzare l’esperienza delle direzioni distrettuali. Anche il questore potrà esercitare più facilmente i poteri in materia di misure di prevenzione.

EREDITÀ E SEQUESTRI

È stato stabilito che il sequestro e la confisca dei beni riconducibili a mafiosi possono essere proposti disgiuntamente dalle misure di prevenzione personali. In questo modo, anche in caso di morte del soggetto indagato, si può procedere con la confisca dei beni ai discendenti o agli aventi causa. Ampliato, inoltre, l’ambito della confisca, ora possibile indipendentemente dalla pericolosità sociale del soggetto in questione: basterà dimostrare che la disponibilità di beni è sproporzionata al reddito o all’attività economica di chi è sotto osservazione.



«BENI» PER LE INDAGINI

Barche, aerei e beni mobili sequestrati alle organizzazioni criminali dall’autorità giudiziaria devono essere dati in custodia alla polizia, che potrà utilizzarli per esigenze di indagine, o ad altri enti pubblici non economici che li usino per finalità di giustizia, protezione civile o tutela dell’ambiente.

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