Il voto agli italiani residenti allestero - molti dei quali hanno mantenuto legami molto tenui con il Paese dorigine, con la sua cultura, con la sua politica - è stato una generosa e nobile battaglia di Mirko Tremaglia, daltri politici, di tanti cittadini. Battaglia, non esito ad ammetterlo, che ho approvato e che nei suoi intenti ho condiviso. La partecipazione di questi nostri connazionali lontani alla prova elettorale sè poi rivelata carente, approssimativa, priva di adeguati controlli sullautenticità dei consensi. Non so quanto possa e debba valere losservazione che gli italiani allestero hanno ottenuto un diritto importante senza dover sottostare al dovere di chi vive in patria, il pagamento delle tasse. Ma questa è una considerazione marginale.
In realtà quasi tutti gli osservatori attribuivano alla novità un significato quasi esclusivamente morale, sembrando improbabile che i deputati e i senatori espressi da gente che sta in capo al mondo, potessero essere determinanti per lesito del duello tra i due grandi schieramenti. Perciò si poteva anche supporre che dopo questo esordio poco convincente del voto dallestero restasse tempo e modo per correggerne in futuro i meccanismi.
Ma è avvenuto, lo sappiamo tutti, qualcosa di imprevisto e di sconvolgente. LUnione prodiana ha prevalso per poche migliaia di voti, il risultato è tenuto in sospeso da una richiesta di verifica delle schede annullate, gli eletti esteri sono risultati decisivi. Senza il loro apporto il governo di centrosinistra, che già dà segni di malessere e sempre più probabilmente ne darà, non avrebbe avuto i numeri necessari per la fiducia. Propiziata, come è noto, sia dai rappresentanti esteri sia dai senatori a vita.
Il voto estero ha pesato, ha fatto la differenza. Di conseguenza assumono rilevanza straordinaria le critiche sul modo in cui gli italiani allestero sono andati alle urne. Purtroppo si ha il sospetto, e più che un sospetto, che la loro volontà sia stata condizionata, che vi siano stati intrallazzi. Ieri abbiamo riferito dei discussi risultati in alcune circoscrizioni latinoamericane. Oggi riportiamo le rivelazioni di Antonio Bruzzese, sindacalista della Cgil e quindi non sospetto di voler favorire i berlusconiani, su manovre, espedienti, colpi bassi dai quali il voto allestero è stato viziato.
Lo so, è avvilente per tutti noi che nella crociata del voto estero abbiamo creduto, ammettere il suo fallimento e il suo inquinamento. Ma ancor più avvilente è pensare che una maggioranza molto presunta e comunque molto esigua si regga su un voto privo di credibilità e in specifici episodi palesemente adulterato. Qui non si tratta dunque di alimentare artificiosamente tensioni e incertezze. Qui si tratta di volere semplici verità. Lesigere la chiarezza - quale che sia - non deriva da una visione faziosa ma da unaspirazione di giustizia, di genuinità dei risultati. Il centrodestra fa la sua battaglia. Che può servire agli interessi di uno dei due schieramenti ma che servirà, se ne emergeranno distorsioni e sopraffazioni, a tutti i cittadini. A tutti quelli, aggiungo, che credono nella democrazia.
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