L'asse tra le diocesi e le Ong. Quasi 500mila euro a Casarini. L'ombra sulle donazioni

A Ragusa la prima udienza a ottobre: in 7 alla sbarra per favoreggiamento

L'asse tra le diocesi e le Ong. Quasi 500mila euro a Casarini. L'ombra sulle donazioni
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Vescovi, preti d'assalto e soldi, quasi mezzo milione di euro, a Luca Casarini e soci in nome delle porte aperte ai migranti. Per non parlare degli incontri con Papa Francesco e la conversione sulla via dei barconi dell'ex no global, che sembra diventato un chierichetto. I segnali dell'asse fra una parte della Chiesa e Mediterranea Save Humans di Casarini e soci emerge dalle carte dell'inchiesta di Ragusa. Il 28 maggio la giudice per l'udienza preliminare, Eleonora Schininnà, ha rinviato a giudizio sette imputati accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, con l'aggravante del profitto. Il loro ex rimorchiatore, Mare Jonio, ha imbarcato 27 migranti da una petroliera portandoli a Pozzallo. L'armatore danese avrebbe pagato 125mila euro. I fatti sono di cinque anni fa, ma il processo inizia il 21 ottobre se non arriva prima in soccorso la Corte di giustizia europea. Dalle carte si scopre che Beppe Caccia, vicepresidente del Cda della Idra Social Shipping, società armatrice della Mare Jonio, e capo spedizione, punta molto sul mondo ecclesiastico. Solamente la «Chiesa è l'unico vero investimento di prospettiva». E Casarini, durante la trattativa per incassare i soldi dai danesi, espone il suo progetto per raccogliere ulteriori fondi: «Dobbiamo fare un ragionamento europeo di relazioni con parti politiche (i Verdi ad esempio), con parti commerciali (tipo Maersk) e con la Chiesa ovviamente». I bilanci di Mediterranea del 2021 e 2022 confermano che «il terzo grande e fondamentale supporto viene da enti Ecclesiastici, in particolare dalla Conferenza episcopale siciliana e da singole diocesi della Chiesa Cattolica». In tutto, un obolo di 494.736 euro su oltre due milioni di donazioni e altre entrate. I finanziamenti sarebbero arrivati anche per l'interessamento dell'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, citato in un dossier interno della Ong che parla del «sostegno economico determinante di alcuni vescovi». In piena pandemia, nell'agosto 2020, la diocesi di Brescia versa diecimila euro a favore di «Mediterranea missione in mare» nonostante la Guardia costiera ribadisca che la loro nave, Mare Jonio, non è certificata per il soccorso. Anche l'arcidiocesi di Modena Nonantola, 5 giorni prima, dona 10mila euro. Sempre Caccia avrebbe voluto utilizzare una diocesi per rendere «legale» il versamento di 125mila euro da parte dei danesi. Ne parla al telefono, intercettato, con Casarini il 13 novembre 2020 ipotizzando che «per motivi fiscali (...) si potrebbe fare una donazione ad una diocesi della Chiesa cattolica italiana (...)». Fra i testimonial di Mediterranea ci sono preti famosi come don Luigi Ciotti, che nel settembre 2019, alla partenza di Mare Jonio ringrazia «per il ritorno in mare. Chi lo fa senza sconti e non resta indifferente alle grida di soccorso (dei migranti, nda) rappresenta la parte migliore del nostro Paese». Don Mattia Ferrari è il prete «ufficiale» di Mediterranea, che partecipa più volte alle uscite di Mare Jonio. Il cerchio si chiude con don Nandino Capovilla, consigliere nazionale di Pax Christi e parroco a Marghera, che nel febbraio 2023 arringa i manifestanti, guidati da Casarini, davanti al cantiere Vittoria contro la consegna delle motovedette finanziate dall'Ue alla Guardia costiera libica. Quattro anni prima si era scattato un selfie con Francesco che teneva in mano la spilla, appena regalata dal prete amico dell'ex no global pro migranti, con la scritta «Aprite i porti».

Le pecorelle smarrite come Casarini vengono accolte a braccia aperte da Bergoglio. Il 20 dicembre 2023, in udienza generale, Francesco saluta «il gruppo di Mediterranea Saving Humans () Fanno un bel lavoro: salvano tanta gente, tanta gente».

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