Chi è il giudice che ha scritto la mail anti Meloni

Nato in Puglia, con una carriera brillante a Roma e membro di spicco di Magistratura Democratica: Marco Patarnello è il giudice al centro dell'attenzione mediatica

Marco Patarnello, giudice di Sorveglianza
Marco Patarnello, giudice di Sorveglianza
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La mail del giudice contro il premier Giorgia Meloni ha fatto molto rumore. "Indubbiamente l’attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni. Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte", si legge nel messaggio, parte di una mailing list ben più corposa, dove però si specifica anche che la magistratura non deve fare "opposizione politica". A vergarla è stato Marco Patarnello, attualmente magistrato di Sorveglianza al tribunale di Sorveglianza di Roma e componente dell'area di Magistratura Democratica.

Nato nel 1962, pugliese di Bari, nel 2011 era vice segretario generale del Csm, il Consiglio superiore della magistratura. Una carica che sollevò non poche polemiche all'epoca nell'ambiente dei togati, per come era stata conferita. Stando alle cronache dell'epoca riportate dall'autorevole Italiaoggi, pare che per quel ruolo concorressero in due: Patarnello e Claudio Galoppi. Quest'ultimo sembrava essere il candidato ideale per la carica per la sua esperienza, per le conoscenze linguistiche, che gli hanno permesso di essere operativo anche all'estero. Invece, poi, la decisione cadde su Patarnello, "con una procedura che rispetta un accordo tacito tra le varie correnti dell'organo di autogoverno dei magistrati, ma che di fatto per la prima volta spacca in due il Csm, guidato dal vice presidente Nicola Mancino".

Così scriveva Italiaoggi nella cronaca di quanto accaduto ormai 13 anni fa. Perché parla di correnti? "Visto che a Unicost, la corrente maggioritaria, era stato accordata in precedenza la nomina di un suo rappresentante a segretario generale del Csm, l'accordo era di compensare la corrente di Magistratura democratica con la scelta del vice segretario", spiega ancora l'articolo. Ancora una volta, sarebbero state le correnti a dettare la nomina, avvenuta con 4 voti contrari per Patarnello: è stata la prima volta che nel plenum del Csm non si è avuta l'unanimità per il vice segretario, "spaccando" di fatto l'organismo. Nel 2023 è stato nominato, proprio dal Csm, sostituto procuratore generale in Cassazione, una delle posizioni più ambite in magistratura.

Al di là di questo e della mail della discordia, Patarnello finora si è contraddistinto per essere particolarmente attivo nella discussione delle questioni legate alle problematiche carcerarie, con particolare attenzione a quelle relative alle condizioni detentive femminili.

Ha spesso preso parte a incontri, moderato tavole rotonde e firmato articoli sulle condizioni delle strutture circondariali in relazione alla legislazione italiana. È stato recentemente audito in Commissione giustizia al Senato, presieduta da Giulia Bongiorno, proprio per alcuni temi relativi al carcere.

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