Spie, chiusa l'indagine. Pazzali e altri 14 indagati vanno verso il processo

Le accuse sono, a vario titolo, di associazione per delinquere, accesso abusivo a sistemi informatici, corruzione, rivelazione di segreti d'ufficio

Spie, chiusa l'indagine. Pazzali e altri 14 indagati vanno verso il processo
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La Direzione nazionale anti mafia e la Dda di Milano hanno chiuso il primo e più importante filone della maxi inchiesta sui «cyber-spioni» di Equalize, con presunti dossieraggi e accessi abusivi a banche dati riservate. L'atto di conclusione indagini, che contiene ben 202 capi d'accusa e che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, è stato notificato dai pm Francesco De Tommasi, Antonello Ardituro e Barbara Sargenti a 15 indagati. Tra loro l'esperto informatico Nunzio Samuele Calamucci, il costruttore romano Lorenzo Sbraccia, l'ex carabiniere del Ros Vincenzo De Marzio (l'ex superpoliziotto Carmine Gallo è morto ai domiciliari a marzo). E c'è Enrico Pazzali, all'epoca dei fatti contestati presidente di Fondazione Fiera Milano e socio di maggioranza dell'agenzia investigativa che aveva sede accanto al Duomo.

Le accuse sono, a vario titolo, di associazione per delinquere, accesso abusivo a sistemi informatici, corruzione, rivelazione di segreti d'ufficio. «Prendiamo atto dell'avviso di conclusione indagini notificato dalla Procura - dichiara il legale di Pazzali, l'avvocato Federico Cecconi -. Prenderemo quanto prima contezza dell'incartamento processuale in modo da poter esperire ogni più opportuna iniziativa difensiva». Dall'udienza di marzo si attende la decisione del Riesame sul ricorso dei pm che avevano insistito sull'arresto ai domiciliari di Pazzali. Anche in quella sede la difesa ha sostenuto che l'ex presidente di Fondazione Fiera era tenuto «all'oscuro» delle attività illecite dei suoi collaboratori, in particolare dei modi in cui venivano ricavate informazioni da banche dati in teoria inviolabili.

Per la Procura invece, che accusa anche lui di associazione per delinquere, «il Capo» non solo era consapevole degli accessi illegali, ma era lui a richiederli. Dopo gli arresti di ottobre scorso sia Gallo sia Calamucci hanno collaborato alle indagini, parlando appunto anche del ruolo del titolare di Equalize.

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