
La sua bicicletta appesa al muro. Ma non solo. «Io avevo una Fiat 850, il mio titolare una Citroen Pallas squalo» raccontava sempre Ennio Doris a chi gli chiedeva quando avesse deciso di diventare un imprenditore. E oggi, nel nuovo museo d'impresa di Banca Mediolanum inaugurato ieri nella cittadella aziendale di Basiglio, ci si può sedere dentro e immaginare quell'attimo. Cosi come ci si può accomodare sull'iconica poltrona rossa e impugnare il bastone del «Costruita intorno a te» dello spot che ne cambiò il destino. Non solo per animi rossoneri, l'emozione da vivere davanti alla maglietta di quel Milan «fine anni '80» diventato patrimonio non solo dei suoi tifosi. Così come filologico è il prospetto della quotazione con cui il 3 giugno del 1996 Mediolanum entrava nel listino della Borsa di Milano con un prezzo di riferimento fissato a 12.000 lire e un'apertura già schizzata a 14.900. Un più 24,2 per cento che già raccontava molto. Così come molto racconta della filosofia Mediolanum il pannello con le parole con cui Ennio Doris annunciava che dopo il crac di Lehman Brothers del 2008, insieme a Silvio Berlusconi avrebbe risarcito 11mila clienti mettendo 120 milioni di euro di tasca propria. E non a caso ieri nella foto di famiglia insieme a Massimo Doris, alla sorella Sara e alla mamma Lina Tombolato, c'era anche Eleonora Berlusconi. E, a proposito di dinastie, anche Paolo Barilla, arrivato per tenere a battesimo la nuova creatura. «Io - le sue parole - ho molta ammirazione per i fondatori, perché sono persone diverse, loro riescono a immaginare cose che gli altri non vedono». E così Sara Doris racconta che «Mediolanum, proprio per l'intuizione di mio padre, deve essere qualcosa che va oltre il mero business». E, infatti, diceva che «quando saluti un cliente, devi sempre avergli lasciato qualcosa». E non solo a lui, come dimostra la teca con il primo mattone con cui la Fondazione Mediolanum di cui Sara è presidente, ha costruito il Centro per la maternità ad Haiti. «E allora il museo- spiega - è formato da tanti sassolini di Pollicino che devono servire non solo a farci ricordare come siamo arrivati fin qui, ma soprattutto farci guardare al futuro». Perché «la memoria di papà deve essere generativa». Attingendo alle radici contadine affondate in quel Veneto del Dopoguerra e nella casa di Tombolo mai dimenticata. Lì dove, come si vede in un video dal forte impatto, un contadino gli aveva consegnato i suoi risparmi, dicendogli che era tutto quello che aveva, insieme alla certezza di non potersi ammalare per non far morire di fame la famiglia.
Di qui l'idea di «diventare un medico del risparmio». Non più solo un consulente finanziario, ma un consulente globale che avrebbe offerto una polizza sanitaria che avrebbe finalmente consentito ai suoi clienti perfino di ammalarsi.
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