Dai noi al Circolo dei Lettori di Torino - di cui chi scrive è presidente- ne passano oltre 500 l’anno, di scrittori. Tra le forme culturali il libro è rimasto la più democratica, a costi ancora contenuti, e ciò forse spiega il rapporto tra l’autore e i suoi fan. Ma qual è il look dello scrittore? Ed esiste uno stile nelle patrie lettere? Il primo a rompere l’invisibilità del letterato fu, parecchio tempo fa, Alessandro Baricco : davanti alle telecamere si presentava in maniche di camicia perfettamente risvoltate, riccioli castani finto spettinati, una bella faccia su un bel fisico secondo l’antico precetto mens sana in corpore sano . Fermo restando che gran parte degli scrittori dovrebbe andare a ripetizione da Carla Gozzi ed Enzo Miccio ( quelli del reality Ma come ti vesti? ), anche nelle lettere vige la regola: ciò che indossi dice chi sei, come la pensi, a quale tribù appartieni. Quella degli eleganti, a esempio, è sempre più rara, forse perché erroneamente considerata stucchevole e formale. La palma dello scrittore più stiloso la vince, per distacco, Alain Elkann , che privilegia i gessati di giorno e l’abito scuro la sera,camicia bianca e cravatta di maglia, pantalone perfettamente risvoltato e mai floscio sulla scarpa (francesina stringata, ovviamente). Se curasse quest’ultimo dettaglio,facendosi accorciare l’orlo dei calzoni, anche Alessandro Piperno sarebbe da hit parade. Il suo è un mood da professore che rifugge la mondanità ma non sopporta l’abbigliamento generico con cui si va a fare la spesa. È per lo spezzato sui toni del grigio o marrone, cravatta sempre. Molto torinese è lo stile di Massimo Gramellini , blazer blu, camicia a righe e regimental, che va bene nel salotto e in redazione. E neppure vanno dimenticati i due ultimi dandy della letteratura italiana, Aurelio Picca e Gaetano Cappelli . Il mondo della cultura, oggi, tende a essere più chic che elegante e, come agli artisti, anche agli scrittori si consente di trasgredire le regole del bon ton, se il carisma lo permette. Edoardo Nesi è il campione di questa tendenza, grazie anche al volto incorniciato da capelli e barba brizzolati. La camicia è bianca, ma aperta, spesso portata senza giacca, quando non addirittura una semplice t- shirt. Pur non ostentando, rasenta la perfezione che un adepto di Scott Fitzgerald non può certo tradire. A 59 primavere Andrea De Carlo non rinuncia ad esaltare il fisico palestrato e il torace disegnato fasciandosi in magliette nere che ben pochi, molto più giovani di lui, possono permettersi. A proposito di nero, ma è ancora «in» il total black look che fino a non molto tempo fa era la tassa d’ingresso al mondo dell’ intellighenzia ? La risposta è no, anzi il minimalismo newyorkese di Bret Easton Ellis dimostra gli anni che ha. «Porto il nero perché porto il lutto per la vita», potrebbe dire Roberto Saviano , citando Il Gabbiano di Cechov, ma ormai così si vestono solo gli architetti. Andando dietro al vintage, sta prendendo decisamente piede il neo folk con la camicia in denim come must del guardaroba dello scrittore faticatore che ama la natura e non disdegna la manualità. Chi non la lascia mai è Jonathan Franzen , ossessionato dal birdwatching, e la usa molto anche Ian McEwan . Comoda ma non trasandata, basta metterci sopra la giacca giusta e può andar bene anche la sera. In Italia un vero affezionato è Sandro Veronesi . Numericamente, soprattutto dalla generazione dei TQ, il più praticato risulta il «no look», che finge l’assoluta noncuranza ma invece è adottato per dimostrare meno anni e sembrare per sempre giovani (scrittori), almeno fino al terzo-quarto romanzo. Capofila della non tendenza è Luis Sepúlveda . Tra capispalla e accessori, saltano fuori jeans sdruciti, felpe, t-shirt portate (ahimé) sotto la giacca, snickers (soprattutto All Star).C’è chi davvero sembra non farci caso e si mette la prima cosa che trova e chi ci pensa su. Spettacolare, a esempio, la maglietta di Wonder Woman, proprietà di Giovanni Allevi . Il no look sta all’esatto opposto di chi si fa accompagnare da un dettaglio che lo rende immediatamente riconoscibile e familiare al pubblico. Prima del libro, insomma, il personaggio: stiamo parlando del cappello di Antonio Pennacchi , della bandana di Mauro Corona ( su cui nessuno si è mai permesso di ironizzare),dell’abbronzaturadi Marcello Veneziani . E le donne? In un universo maschilista come quello della letteratura, la femminilità è un modo di essere più che uno stile, rintracciabile a diverse temperature e su infinite variazioni. Daria Bignardi osa la gamba nuda anche d’inverno col decolleté minimo tacco nove, mentre l’ex modella Francesca Lancini , fedele al titolo del suo romanzo d’esordio ( Senza tacchi ), non va oltre un paio di mortificanti ballerine.
Agli antipodi, ma comunque convincenti, stanno la freschezza spontanea di Silvia Avallone , il cui look è un’evoluzione dei suoi personaggi, e l’eleganza sobria di Benedetta Cibrario , mix tra nobiltà sabauda e british coolness .- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.