L'articolo di Sergio Maifredi (Quattro assessori non ne fanno uno) merita una particolare menzione per l'esplicita (ma anche per l'implicita) ironia di cui è intessuto. Esso impone inevitabilmente all'attenzione del lettore una domanda: che cosa sta succedendo a Genova in relazione al settore «cultura» (con preciso riferimento alla gestione pubblica, «comunale» della medesima)? Sembra, a detta dell'articolo, che il fenomeno più evidente sia quello della latitanza (da parte dei «politici» che hanno ricevuto l'investitura politica dal sindaco Marta Vincenzi) a fronte invece di una presenza professionalmente lodevole degli alti livelli della burocrazia assessorile. Anche se lo scrivente non immaginava che la situazione esistente si configurasse nei termini descritti dal regista, devo dire che non ne sono per niente meravigliato. La quaterna (di cui parla Maifredi) ha rappresentato da subito una emissione di fumo destinata a colpire l'immaginario collettivo del popolo della sinistra. In realtà credo che né Freccero né Nando Dalla Chiesa avessero intenzione di fare di Genova il baricentro della loro attività e questo va detto sia che si voglia sopravvalutarli (come è sempre stato fatto dalla cultura della sinistra scaltramente politicizzata) sia che li si giudichi invece di caratura ben diversa.
Gli altri due sono invece semplici «commissari politici» (un ricercatore universitario e un ex-sindacalista) che appartengono al livello di quei «cani da guardia» di cui parlava Paul Nizan stigmatizzando gli intellettuali borghesi (e ignorando che quelli di sinistra sarebbero riusciti a fare tranquillamente ben di peggio). (...)- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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