Sottosegretario Roberto Castelli, lex capo dei suoi ispettori al ministero della Giustizia, Giovanni Schiavon, la accusa daver ostacolato lispezione sullimmobiliare che acquistò i beni della Dc.
«Niente di più falso. E i fatti sono lì a dimostrarlo. Innanzitutto Schiavon si dimentica di dire che le ispezioni le firma il ministro e, quindi, se io avessi voluto bloccare lispezione semplicemente non avrei firmato lincarico».
Schiavon contesta che lei sarebbe «intervenuto» quando lispezione stava toccando gli ex dc...
«Non scherziamo. È vero che gli dissi di chiudere in fretta perché lispezione non è unindagine e normalmente dura 7-15 giorni. Nonostante ciò gli lasciai campo libero per cinque mesi. Gli diedi un primo incarico il 5 settembre 2002, il 28 mi chiese di ampliare lincarico perché stavano emergendo cose molto gravi e io firmai lampliamento. Si è andati avanti così fino al 3 marzo. Proprio perché emergevano riscontri importanti e lui aveva lavorato bene, io lho sempre difeso firmando tutte le richieste di allargamento delle ispezioni».
E delle pressioni per bloccare lispezione che le avrebbero fatto Castagnetti e Buttiglione?
«Non so perché Schiavon dica certe cose ma è certo che non ho mai ricevuto pressioni da Castagnetti e Buttiglione. È vero che ho ricevuto dei malumori generici perché andavano a scoperchiare questa pentola. Sa come sono a Roma... ».
Perché allora Schiavon la tira in ballo così?
«Evidentemente si vuole vendicare di me perché lho sollevato dallincarico. Il motivo non è certamente lispezione sullImmobiliare Europa ma tutto nasce, in origine, dal famoso fascicolo 95/20, quello aperto dalla procura di Milano. Bene. Allepoca ricevo un esposto dettagliato, mi convinco della necessità di unispezione, incarico Schiavon che a sorpresa si rifiuta di adempiere».
Perché?
«Secondo me aveva paura, lo vidi molto timoroso. Discutemmo a lungo, fui costretto a far fare allufficio legislativo un parere. Alla fine dovette prendere atto e andare a Milano. Già qui la mia fiducia cominciò a vacillare. Capite in che modo dovevo lavorare? Furono anni molto difficili. La cosa che fece traboccare il vaso fu effettivamente la firma in calce allappello dei giuristi democratici sulla pena edittale per la bancarotta. E poi lispezione in questione finisce nel 2003, lui resta con me fino a maggio 2005. Se lavessi voluto sollevare lavrei fatto prima... ».
Concludendo.
«Adesso non vorrei beccarmi qualche querela. Diciamo che gli atti emersi erano inequivocabili, incontrovertibili, decisamente brutti».
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