Roma

«Mai più randagi Va resa gratuita la sterilizzazione»

Una proposta di De Lillo (Fi) per limitare il fenomeno che ha assunto enormi proporzioni

Rita Smordoni

Una legge regionale (la n° 34 del ’97) sul randagismo ormai superata, tre proposte di legge che aspettano da mesi di essere esaminate dalla Commissione Sanità della Regione Lazio, e intanto, 40mila cani randagi a Roma e provincia che aspettano di essere tolti dalla strada, mentre i canili continuano a essere strapieni. Per protestare contro l’immobilismo della giunta Marrazzo sulla piaga del randagismo, il coordinamento delle associazioni di volontariato animalista ha organizzato ieri una manifestazione davanti al canile comunale della Muratella.
«Il nostro obiettivo - ha spiegato Paolo Baraschi, presidente dell’associazione “Forza Piccoli amici” e promotore dell’iniziativa - è quello di esortare la Regione ad abrogare la vecchia legge 34, che non ha avuto in questi anni gli effetti desiderati, per emanare norme più adeguate. La costruzione di sempre più numerosi canili e gattili - avverte l’esponente animalista - dimostra che stiamo perdendo la battaglia contro l’abbandono degli animali domestici e che il numero dei randagi sta aumentando inesorabilmente». Presente all’incontro anche il consigliere regionale di Forza Italia Stefano De Lillo, primo firmatario di una proposta di legge regionale presentata il 28 giugno scorso. L’esponente azzurro ha riassunto i punti fondamentali della normativa proposta che, qualora applicata, potrebbe portare alla soluzione definitiva della piaga del randagismo: «Anzitutto, sancisce la piena titolarità dei comuni nella responsabilità e presa in carico dei cani e dei gatti randagi, mentre attribuisce alle Asl un compito di controllo sanitario. Da ciò consegue un impegno reale da parte dei comuni verso gli animali da affezione e una previsione di spesa per una campagna massiccia di sterilizzazione, che deve prevedere la creazione, in ogni Asl, di camper mobili, soprattutto nelle province, dove è altissima la presenza di randagi ed è complicato istituire presidi veterinari fissi».
Secondo De Lillo, la sterilizzazione gratuita di tutti gli animali vaganti è l’unica reale soluzione al randagismo dilagante. Un intervento che potrà essere fatto anche da veterinari liberi professionisti convenzionati con la Regione. La proposta di legge auspica anche l’introduzione definitiva dell’anagrafe canina e di quella felina con il microchip, non più di competenza delle Asl ma gestita direttamente dalla Regione. La nuova legge, per le associazioni animaliste, dovrà favorire le adozioni e stabilire il controllo della Regione sulla movimentazione degli animali nei rifugi. Sarà consentito tenere fino a un massimo di 4 cani e 8 gatti, oltre i quali ci dovrà essere il nulla osta delle Asl per verificare le condizioni di benessere degli animali. Divieto assoluto, inoltre, di utilizzare qualunque tipo di animale a scopo di accattonaggio e obbligo, per i proprietari di cani e gatti che desiderano dal proprio amico a quattro zampe una cucciolata, di registrarsi nell’albo degli allevatori, informando così gli uffici della Regione di eventuali donazioni o commercio di cuccioli.

«Quest’ultimo provvedimento è di vitale importanza - ha affermato Baraschi - poiché in Italia ci sono 2 milioni di cani randagi che finiscono sotto le auto, vengono utilizzati per la vivisezione e per i combattimenti clandestini, perfino come cibo per gli animali dei circhi. Dare a un animale un padrone certo e controllare il commercio, con multe salate per i trasgressori, vuol dire mettere fine a questa piaga e salvare molti animali da una morte orribile».

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