Due milioni e «spiccioli» (visto che per gli enti locali 20mila euro sono spiccioli) li avevamo già messi nel maialino ieri. Oggi andiamo avanti. E vediamo cosa potrebbe fare ad esempio il Comune di Genova, uno di quelli che guidano la rivolta dei piagnucoloni anziché prendere esempio dalle cittadine vicine che nonostante i tagli riescono a mantenere i servizi ai cittadini, non aumentano le tasse e alla fine scoprono di avere persino un avanzo di bilancio. Non è questione di colore politico. A pagina 43 Maria Vittoria Cascino ha chiesto a tre sindaci appartenenti a partiti diversi come hanno fatto a far quadrare i conti nei loro Comuni. A Chiavari, una cittadina che potrebbe tranquillamente fare provincia, cè un leghista. A Santa Margherita, centro esclusivo della Riviera che non si può permettere troppi risparmi neppure sugli spettacoli, cè una giunta «civica» ma assai vicina al centrosinistra. A Cogorno, realtà dellentroterra, la guida è di centrodestra. Il risultato non cambia, forse perché la buona amministrazione dipende dai buoni amministratori e non dalle ideologie.
E Genova? Non appartiene alla categoria dei Comuni virtuosi. Perché, ad esempio, riesce a rimetterci anche quando dovrebbe guadagnare. Tanto che il suggerimento di oggi può sembrare provocatorio, ma è quello di disfarsi dei propri gioielli per guadagnare subito un bel po di soldi. Basta prendere in mano lultimo bilancio di «Sportingenova», la società del Comune creata dal Comune per gestire gli impianti sportivi. In pochi anni ha accumulato milioni di deficit.
Il maialino Se il Comune ci rimette per sport
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