Michela Giachetta
È una maggioranza sullorlo di una crisi di nervi e di identità quella in Campidoglio. Basta, infatti, una mozione per far esplodere le tante micce accese allinterno del centrosinistra capitolino. Il giorno dopo lapprovazione in aula Giulio Cesare della mozione sulla creazione di un gassificatore a Malagrotta, Fernando Bonessio e Fabio Nobile, rispettivamente capigruppo di Verdi e PdCi parlano di «ferita politica che si poteva evitare e che danneggia la capacità della sinistra di pesare nel governo della città». Sotto accusa il comportamento di Adriana Spera, capogruppo del Prc, che lunedì, in consiglio comunale, allultimo momento, ha deciso di astenersi dal voto pur avendo anche lei sottoscritto il documento a firma della maggioranza. Bonessio e Nobile, ora, pretendono dalla Spera «chiarimenti», mentre il capogruppo dellUlivo, Pino Battaglia, vuole «un incontro con la federazione romana del Prc per sapere perché se la mozione è stata firmata da 8 partiti, alla fine solo 7 lhanno approvata». Sempre Bonessio e Nobile, poi, chiedono a tutti i componenti della maggioranza «un confronto per capire come andare avanti». «Non cè stata uninformazione corretta da parte dellUlivo - dichiarano - che si è praticamente preso i meriti di un documento che è stato firmato da tutti noi». Pronta la replica di Battaglia che ha subito precisato di non essere stato informato della riunione di Verdi e Pdci: «Non è vero che ci siamo appropriati di meriti altrui, quello di lunedì è il risultato di tutte le forze politiche, anche di Verdi e Pdci. Che, però, ci sia un problema di comunicazione delle nostre posizioni, può essere vero». Ma anche Gianluca Quadrana (Rnp) rivendica un ruolo nella stesura della mozione e, più in generale, nel consiglio comunale: «Battaglia sullaffaire Malagrotta ha dimenticato di menzionare una parte consistente e significativa della maggioranza stessa. Non vorrei - continua - che da parte del gruppo dellUlivo si dia per scontato quello che scontato non è, vale a dire che alcune forze politiche sono lo sgabello su cui poggiare decisioni prese da altri o con altri». Malagrotta è stata solo lultima delle «incomprensioni» nella maggioranza che governa Roma. Le opinioni dei partiti spesso divergono su questioni fondamentali: dagli asili nidi - che la Spera vorrebbe gestiti esclusivamente dal pubblico - agli appalti stradali, passando per la gestione dei rifiuti e più in generale la tutela ambientale. Fino a Nunzio DErme, leader di Action, che alcuni del centrosinistra capitolino avrebbero visto bene come consulente in Campidoglio. E non si potrà sempre far ricorso alla «forza dei numeri», a cui si appellano spesso e volentieri molti consiglieri dellUlivo. Cè un problema di ruoli, di identità, di prospettive comuni, di rispetto e accettazione delle proposte che vengono dai partiti minori. Basta vedere, del resto, il governo di centrosinistra a livello nazionale...
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