La malaria è un autentico flagello in Africa Per molti secoli ha colpito anche gli italiani

La malaria è ancora una delle principali emergenze sanitarie mondiali. Uccide circa 2 milioni di persone ogni anno, di cui la metà sono bambini al di sotto dei 5 anni di età, e determina sempre ogni anno oltre mezzo miliardo di casi clinici, mettendo a rischio la salute di almeno un terzo degli abitanti del pianeta. Fortunatamente in Italia da sessant'anni non si muore più per una infezione malarica contratta attraverso la puntura di zanzare presenti nelle nostre regioni. Questa lunga battaglia è stata vinta. Presso il Teatro Studio all'Auditorium Parco della Musica di Roma si sono presentate le ricerche che hanno portato alla sconfitta della malaria. Si tratta di lezioni - dedicate, in particolare, alle scuole superiori romane, per far conoscere quelle tradizioni di ricerca scientifica che hanno dato lustro internazionale all'Italia. Questa interessante iniziativa scientifica curata dalla Fondazione Sigma-Tau, fa parte di un ciclo di incontri («Scuola ed eccellenza») che proseguirà anche nel 2010.
Le vicende e i contributi della scuola malariologica italiana sono state illustrate da Gilberto Corbellini, storico della medicina. È poi seguito un dibattito con David Modiano, ordinario di parassitologia all’università La Sapienza di Roma e con Marco Corsi, direttore medico di Sigma- Tau.
La malaria - ha ricordato Corbellini - si è diffusa in Italia a partire dagli ultimi secoli dell'antica Roma repubblicana, ha infierito e condizionato la vita degli abitanti della penisola italiana fino all'indomani della seconda guerra mondiale. Le prime statistiche sanitarie dell'Italia unita registravano, intorno al 1890, oltre 20mila casi clinici e stimavano 2milioni di pazienti ogni anno, su una popolazione italiana allora inferiore a 30milioni. All'individuazione dell'eziologia e dei meccanismi di trasmissione dell'infezione malarica, così come alla messa a punto di strategie efficaci di lotta e prevenzione, hanno contribuito, a partire dagli ultimi due decenni dell'Ottocento, diversi ricercatori italiani. Il prestigio internazionale della nostra tradizione malariologica non si è interrotto dopo il successo nell'eradicazione della malaria dal territorio nazionale.

La Sigma-Tau, infatti, azienda a capitale interamente italiano ha di recente sottoposto all'autorizzazione dell'Emea un farmaco (Eurartesim), una combinazione di artemisinina e piperachina, in grado di sconfigggere in tre giorni questa malattia.

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