Invece per me la notizia peggiore non è il golpe alle Maldive, ma il tempismo mancato, bastava poco. Anche se lì per lì fa effetto sentirlo, uno non se l’aspetta, le Maldive mica sono l’Iran o l’Egitto o la Libia. Con il presidente Mohameed Waheed che si dimette, e uno pensa toh, c’era pure un presidente delle Maldive, e dichiara «Non voglio fare del male ai maldiviani», e uno pensa toh, alle Maldive ci abitano pure i maldiviani. Mentre io credevo che le Maldive servissero solo per andarci e per tornarci, dopo esserci appena stati e tornati.
Eppure se questo golpetto tra i maldiviani fosse capitato appena un mese fa ci restavano impigliati come minimo Gianfranco Fini, Pierferdinando Casini, Renato Schifani, Francesco Rutelli e Stefania Craxi, cinque in un colpo di stato solo, peccato. Non l’auspicato dimezzamento dei parlamentari ma quasi. Secondo i miei parametri è anche educativo: almeno imparavano, a andare alle Maldive.
Attenzione, non ne faccio una questione di spread o moralismo da austerity, per carità: al contrario io sono così morale sul denaro da trovare immorale che Celentano dia il compenso di Sanremo in beneficienza anziché comprarcisi una Ferrari, mi sembra uno schiaffo alla miseria. Né c’entra l’antipatia o la simpatia per i suddetti politici in particolare: è che io già odio chi va al mare d’estate, figuriamoci chi ci va d’inverno, figuriamoci chi va alle Maldive, figuriamoci Fini e Schifani alle Maldive, un orrore inimmaginabile. Infatti Fini, adesso che mi ricordo, a gennaio aveva quella faccetta nera tutta abbronzata e non oso immaginarmi il resto, era meglio quando era fascista.
Quindi non faccio in tempo a rallegrarmi del golpe che subito mi intristisco dell’occasione mancata, possibile non ci fosse nessuno? Neppure un Bocchino? Non che gli augurassi niente di brutto, ai politici in vacanza alle Maldive come a chiunque vada in vacanza alle Maldive, io non auguro niente di brutto a nessuno: qualche annetto di lavori forzati, così, per aiutare i maldiviani, che esistono, brava gente, adesso lo sappiamo. Anche Celentano, ora che lo sa, non ha più scuse, dopo il compenso rinunci a Sanremo, vada a farsi dare carta bianca a Malè.
Tra l’altro sono un mito, le Maldive, che non tramonta mai, uno status symbol che per misteriose ragioni non si consuma e non si deteriora come invece si consumano e deteriorano i luoghi e le tendenze e gli amori e tutto nella vita. Ciò che era figo ieri fa schifo oggi, è una legge naturale, ma per le Maldive non vale. Non sarà certo perché ci sono il mare e le isolette e le palmette e i pesciolini, ci sono ovunque. Non sarà certo perché ci vanno i ricchi, ormai tranne me chi non è stato alle Maldive? La gente mette i soldi da parte per andare alle Maldive.
Stranamente sono kitsch ma restano camp da decenni, le Maldive. Cioè non fanno mai il passaggio dall’essere «in» al diventare «out».
Insomma, il Bar Jamaica è passato di moda, i paninari sono passati di moda, i dinosauri sono passati di moda, perfino Capalbio è passato di moda forse il giorno in cui Barbara, come Erminia a Giacinto nelle vacanze intelligenti, disse a suo marito Francesco: «Che palle quest’ultima spiaggia, France’, adesso che sei pure senatore me porti alle Maldive?». E Giacinto ce l’ha portata.
Tanto ormai le ha sdoganate perfino Casini, le Maldive, lui che da quando ha vent’anni porta quei capellini a spazzola corti corti e bianchi bianchi con sotto le sopracciglia nere e il costumino da superman con lo scudo crociato, almeno lui della combriccola dovrebbe essere il più moderato, il più cristiano, perché Gesù Cristo non me lo immagino a moltiplicare le aragoste alle Maldive neppure io che sono anticristiano. Se nella cruna dell’ago non ci passa un cammello non credo proprio ci passino le Maldive.
Magari però il fascino delle Maldive sarà più forte del golpe, e partire per le Maldive per i politici potrebbe essere tanto irresistibile quanto andare all’Isola del Giglio a vedere la Costa Concordia naufragata per il popolo non vip. Magari Fini e Casini e Rutelli e Stefania Craxi ci ricascano per Pasqua, magari si portano anche Bersani e Vendola e Bossi e Di Pietro, e allora forse, se la polizia maldiviana regge, tra il dire e il fare non c’è più di mezzo il mare, forse c’è speranza.
E infine sarà per via delle Maldive che a me gli unici due politici che mi piacciono sono Mario Monti e Silvio Berlusconi, due che delle Maldive se ne fregano: il primo perché il colpo di stato lo ha già fatto qui e all’italiana, andando al governo democraticamente, come piace a noi, senza essere eletto. Il secondo perché, se vuole, le isole se le compra, mica è uno sfigato come voi che andate alle Maldive per tornare dalle Maldive.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.