Qual è il peccato originale dell' italiano, la prova della sua anima rozza e fascista? La canottiera. La stupidissima intuizione del Male italiano non è buttata lì in un articolo scritto in un giorno di vuoto e malessere, ma addirittura fonda un libro e un titolo. Parlo de La Canottiera di Bossi di Marco Belpoliti, edito da Guanda, il libro più fesso della stagione. Per Belpoliti Bossi è il vero continuatore dell'Eterno Fascismo e porta uno straccio di prova inconfutabile: la canotta. Tutta la sua interpretazione storica si fonda su due fotografie di Bossi e del Duce in canotta che comprova «l'uso politico della canottiera » nel fascismo. Sarebbe facile notareche semmai il Duce fa uso politico del torso nudo, quando trebbia, va a cavallo o nuota. Ma Belpoliti sostiene che tutto di Bossi, dai gestacci al celodurismo, deriva dal fascismo, passando per I vitelloni e Amarcord . Èun fascista felliniano di provincia. Eppure il fascismo nasce milanese e si fa romano.
Orfani di Berlusconi, nell'intervallo ricicciano il fascismo. Per Belpoliti il fascista è l'idiota perfetto, il rozzo rimasto adolescente, la cui retorica è basata «sull'ossessione genitale e l'idea di penetrazione anale» (Celati dixit). Ora, ridurre i Rocco, Gentile, Beneduce, Balbo, Grandi e Bottai ecc.
a un regime di rozzi imbecilli fondato sulla penetrazione anale è un'idea partorita dal luogo citato.Bossi non c'entra col fascismo, né in grandezza né in malefici. Al peggio, è l'espressione di un'epoca scadente che partorisce leader e libri per via anale.
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