«Viva Palermo e Santa Rosalia», il classico grido bene augurante che la notte del 14 luglio il sindaco urla porgendo alla Santa patrona della città il tradizionale omaggio floreale, per la città è sacro. Equivale alla liquefazione del sangue di San Gennaro per i napoletani. E quando manca, non è buon segno. Anzi, è una maledizione. Era accaduto nel 2002, quando si ruppe il carro. Ed è accaduto lunedì sera, edizione 384 del Festino.
Il motivo? Il sindaco Diego Cammarata è stato costretto a disertare il corteo a causa della protesta di un gruppo di senza casa. «Me ne sono andato per evitare strumentalizzazioni», ha spiegato. Ma i palermitani non lhanno presa bene. Su certe tradizioni non si scherza. E la polemica infuria.
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