La Malfa: «Chi è contro la fusione esprime una politica arretrata»

da Roma

Ministro La Malfa, lei ha giudicato favorevolmente la fusione Autostrade-Abertis. Perché?
«L’integrazione di grandi società europee è indipendente dalle singole resistenze. Le unioni transfrontaliere sono fatti positivi di per sé. Le posizioni contrarie sono espressione di una politica arretrata e vecchia».
Tanto nel centrodestra quanto nel centrosinistra si è però rimarcata la perdita di un campione nazionale.
«Ci si ritrova a parti invertite rispetto alle Opa bancarie della scorsa estate. Ieri Enrico Letta e i suoi alleati ci accusavano di difendere l’italianità, ora invece sono loro a essere preoccupati. Ovviamente sono preferibili situazioni come quella dell’integrazione tra Unicredit e Hvb (dove la parte italiana è preponderante, ndr). Ora ci sarà una maggioranza azionaria spagnola in Autostrade-Abertis, ma, come nel caso di Banca Antonveneta, solo con la presenza di investitori adeguati si sarebbe potuto prefigurare uno scenario diverso. E mi sembra positivo che grandi gruppi italiani possano affiancare i Benetton nell’operazione».
L’Anas ha fatto presente che se il rispetto del contratto di concessione fosse messo in discussione, la revoca della concessione stessa sarebbe un’ipotesi da considerare. L’Authority dei Lavori pubblici ha lamentato un ritardo di circa 3-4 miliardi nel piano di investimenti di Autostrade.
«Nessun concessionario può violare degli accordi e se c’è un impegno credo che verrà rispettato. Sul tema degli investimenti si tratta di stabilire di chi è la responsabilità. Mi chiedo se una maggioranza che non vuole la Tav possa essere un interlocutore giusto».
Un’altra obiezione che viene spesso mossa ad Autostrade è quella di essere un monopolio privato, frutto di una stagione di privatizzazioni sbagliate.
«È difficile liberalizzare e privatizzare allo stesso tempo. Ci sono servizi che sono monopoli naturali. Ma temo che dietro questa critica ci sia un residuo statalistico e che prima o poi qualcuno possa dire che, giacché non si è liberalizzato bene, tanto vale pubblicizzare nuovamente. Penso invece che sia meglio un monopolio controllato dallo Stato, piuttosto che un monopolio gestito dallo Stato».
Il centrosinistra pensa a un’Authority delle Reti che presieda a tutte queste problematiche.

Oggi l’Anas svolge contemporaneamente il ruolo di concedente e di controllore.
«Non amo le Authority. A parte la Consob, l’Antitrust e il Garante della Privacy, le altre si occupano di materie di governo che sono questioni strettamente politiche».

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