da Milano
Solo interessi diversi rispetto a un reale risanamento di Alitalia e alle logiche industriali che lo possono sostenere, possono avere indotto negli ultimi tempi una recrudescenza della contrapposizione tra Fiumicino e Malpensa. Sullesigenza di conquistare il ricco traffico del Nord si sono basati sia il progetto dellhub lombardo (inaugurato nel 1998) sia le strategie di lungo periodo dellAlitalia. Ieri nel dibattito è intervenuta la Sea, la società di gestione del sistema aeroportuale milanese. Ha detto il presidente, Giuseppe Bencini: «Se Alitalia ritenesse di trasferire traffico aereo intercontinentale in modo sostanziale da Malpensa a Fiumicino, perderebbe ricavi per 1,7 miliardi, che si confrontano con un fatturato 2005 di 4,7 miliardi». La compagnia non potrebbe che fallire. I calcoli sono prudenziali. La Sea perderebbe (o vedrebbe seriamente ridimensionato) il suo maggior cliente, ma nel tempo potrebbe recuperare il traffico con altri vettori, italiani e stranieri; una previsione sui conti Sea non è stata fatta, ma è stato sottolineato che negli ultimi due anni sono diventate clienti di Malpensa 30 nuove compagnie aeree.
Bencini ha ribadito che Fiumicino e Malpensa «possono convivere, viste le diverse vocazioni, turistica quella di Roma, business quella di Milano», come ripetono tutti gli esperti di trasporto aereo. Fiumicino ha picchi stagionali molto elevati ma traffico ridotto per buona parte dellanno; Malpensa è costante.
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