Malpensa, arriva Emma radar supertecnologico

Un sistema automatizzato che sostituirà il controllore

Claudio De Carli

Si chiama Emma come una zia premurosa e rappresenta il futuro prossimo della sicurezza aerea in pista, un progetto sperimentale finanziato con circa 50 milioni di euro dalla Comunità europea in tre aeroporti, Tolosa, Praga e Malpensa. Ma a breve periodo, e se i risultati saranno confortanti, verrà introdotto in tutti i principali scali.
Emma è un sistema di controllo del traffico aereo di superficie evoluto rispetto a quelli attualmente in dotazione denominati Smgcs, acronimo che sta per Surface movement guidance and control system. Il precedente sistema Smgcm è sostanzialmente manuale e si basa sulla capacità del controllore di torre di monitorare il traffico aereo su tutta la superficie aeroportuale, dalle piste di decollo e atterraggio, alle vie di rullaggio fino ai raccordi, ed è in dotazione in circa 30 aeroporti europei e internazionali fra cui anche Linate, Orly, Heathrow, Gatwick, Bonn, Madrid, Sydney, San Paolo, Santiago e Hong Kong. «Un sistema che offre ampie garanzie - precisa Francesco Persi, segretario nazionale trasporto aereo della Fit Cisl -, anche in situazioni di bassa visibilità, ma lo scenario è sostanzialmente cambiato e solo negli anni Novanta il traffico aereo è praticamente raddoppiato. Questo ha portato a una condizione di congestione del controllo del traffico aereo di superficie e all’esigenza di un sistema più evoluto, l’A-Smgcm, cioè Emma». Lo scenario è facilmente intuibile: se cento aerei in cielo si perdono, cento aerei in movimento in un aeroporto sono un formicaio.
La crescita del traffico, la complessità raggiunta dagli aeroporti, gli alti livelli di servizio richiesti e le esigenze delle compagnie aeree hanno portato alla sviluppo di Emma, una evoluzione del precedente sistema, entrato ormai nella seconda fase della sua sperimentazione a Malpensa. «Oggi possiamo dire con che Milano ha raggiunto un livello tecnologico che non ha uguali al mondo, pari solo a quello francese e americano - precisa Persi -. Fra dieci anni noi controllori del traffico aereo saremo degli analisti, sempre meno controllori e sempre più ingegneri. Con questo nuovo sistema verranno a cadere quelle norme che impongono in superficie un movimento aereo per volta in caso di bassa visibilità. Pensiamo a quando entrerà in funzione il progetto europeo con 27 satelliti che consentirà di ridurre al minimo le separazioni fra gli aerei in volo. Oggi siamo a circa 5 chilometri di distanza, quando le condizioni di sicurezza lo permetteranno si potrà volare a un chilometro di distanza».
Emma comunque è stato pensato per il controllo del sistema in superficie, in grado di pianificare il percorso migliore da assegnare a un aereo, anticipando in tempo reale le condizioni di traffico ed eventualmente reagire a eventi imprevisti, mantenendo gli stessi movimenti aerei in pista come in una normale giornata di visibilità eccellente. Se si pensa che il più drammatico e pesante incidente aereo dell’aviazione civile italiana è avvenuto a causa di una collisione in pista, ci si rende conto di quanto sia necessario un sistema in grado di offrire le più ampie garanzie e nel quale le percentuali di incidenza dell’errore umano siano ridotte all’osso.


In attesa di scoprire quale effetto ci farà il nostro cielo intasato come una tangenziale, e le piste degli scali con gli aerei in coda come automobili a un semaforo, domani a Malpensa l’Ente nazionale di assistenza al volo mostrerà i risultati della prima fase di sperimentazione di Emma.

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