Malpensa, partiti i primi 87 licenziamenti

Sei milioni di passeggeri in meno l’anno, movimenti giornalieri ridotti da 360 ad appena 105 al giorno, un danno economico che solo per la Sea sarà di 70 milioni di euro ogni dodici mesi. Senza contare i danni all’indotto e l’effetto sull’intera economia del nord, quella che traina l’intero Paese. È a dir poco a tinte fosche il quadro disegnato dal presidente della Sea, la società che gestisce il sistema aeroportuale lombardo, dopo l’annuncio di Alitalia che cede gli slot, i diritti di atterraggio e decollo. Ulteriore conferma, se ce ne fosse stato bisogno, dell’intenzione di abbandonare lo scalo.
Decisione che costerà alla Lombardia «oltre 20mila imprese e un giro d’affari di 3 miliardi in meno nei prossimi otto anni», denuncia Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza che cita una stima dell’ufficio studi della Camera di commercio su dati Registro delle imprese, Deposito bilanci e Comitato Malpensa.
Ma sarà emergenza occupazione anche per la Sea. «L’impatto sociale e i tagli al personale - è costretto ad ammettere Bonomi - sono gli effetti più nefasti. Ci sono contratti a tempo determinato in scadenza che non sarà possibile rinnovare. E per altri dipendenti la necessità di ricorrere agli ammortizzatori sociali». Già da ieri, denuncia la Cub Trasporti Lombardia, la Sea «ha lasciato a casa» 87 lavoratori assunti a Malpensa con contratto di somministrazione (i cosiddetti interinali reperiti tramite agenzie di collocamento) per lo smistamento e il carico e scarico di bagagli. La preoccupazione è che altri 500 «precari» perdano il posto a marzo. Agli 87, ricorda il sindacato di base, si aggiungono i 35 (di cui 9 a Linate) che dal 21 gennaio scorso hanno perso il posto. In tutto fa già 122 in meno. E potrebbe essere solo l’inizio «dato che il 57 per cento del bilancio di Sea handling - ricorda Bonomi - è fatto proprio da Alitalia». La compagnia di bandiera che ha «improvvisamente e improvvidamente deciso di cambiare il proprio atteggiamento nei confronti dell’hub lombardo, nonostante l’accordo generale di partnership e una pluralità di accordi particolari sottoscritti». Fatti che costringono la Sea, annuncia Bonomi, a promuovere un’azione legale e la richiesta monstre di 1 miliardo e 250 milioni di euro di danni. «Per portare in tribunale tutti gli atti a nostro favore - anticipa il presidente - non basterà un’automobile». Un risarcimento approvato da Palazzo Marino, azionista di controllo della Sea. «Un atto dovuto», le parole del sindaco Letizia Moratti che non ha mai nascosto di ritenere un gravissimo errore l’abbandono di Malpensa per cedere Alitalia ad Air France. «Il progetto di fare di Malpensa un hub - ricorda - è nato e si è sviluppato sulla base di un accordo sottoscritto nel 2002 da Alitalia che lo ha confermato per anni».

Dunque «le sue responsabilità contrattuali ed extra-contrattuali sono evidenti». L’azione legale è «una mossa legittima» anche per il segretario nazionale della Lega Nord-Lega Lombarda Giancarlo Giorgetti che conferma la manifestazione del 17 febbraio a sostegno di Malpensa.

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