Tre mesi di lavoro al consiglio di amministrazione
di Expo 2015 senza neanche
prendere lo stipendio. L’ipotesi che
riguarda Paolo Glisenti, circolata nei
giorni scorsi, è l’estremo tentativo di risolvere
una vicenda che rischia di paralizzare
i lavori della società che gestisce
l’evento internazionale.
Un segnale di buona volontà per svelenire
il clima, che dà la misura della tensione
che si respira sulla vicenda dell’Expo.
È probabile che non sarà necessario
arrivare a tanto, dopo l’incontro avvenuto
ieri a Palazzo Chigi tra il sindaco, Letizia
Moratti, e il presidente del consiglio,
Silvio Berlusconi.
Un colloquio durato un’ora, dai toni garbati, in cui il sindaco, sorridente e tranquilla, ha cercato di spazzar via la tensione con il premier su Expo e Malpensa. La Moratti è convinta che le incomprensioni delle scorse settimane siano dovute a intermediari non troppo affidabili e così ha chiesto a Berlusconi di prendere direttamente in mano il bandolo delle matasse milanesi e lombarde, dall’Expo alle infrastrutture agli aeroporti lombarde, che poi - come è ovvio - sono temi strettamente connessi.
Berlusconi ha dato alla Moratti ampie rassicurazioni sulla volontà di palazzo Chigi di arrivare ad una liberalizzazione dei voli a Malpensa e la garanzia che il governo, nella persona del presidente del Consiglio o del sottosegretario Gianni Letta, sarà l’interlocutore diretto del Comune nella gestione dell’Expo 2015. Il presidente del Consiglio ha ribadito di non avere alcuna intenzione di mettere in difficoltà gli scali (e i lavoratori) milanesi. Lunedì prossimo la Camera di commercio ospiterà un incontro riservato tra il mondo produttivo lombardo e i vertici di Cai, la nuova Alitalia che ha chiesto il ridimensionamento di Linate. Un altro segnale dell’importanza che il sistema milanese dà alla difesa dei suoi aeroporti.
In realtà la Moratti non aveva mai messo in discussioni le intenzioni di Berlusconi, neanche durante l’intervista dai toni accesi rilasciata domenica scorsa a 1/2 ora di Lucia Annunziata, su Rai tre, dove le sue perplessità si erano concentrate sugli imprenditori di Cai e su alcuni esponenti del governo (in particolare il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti) e mai sul presidente del Consiglio.
Legate al ruolo di Malpensa sono anche le sorti dell’EXpo. Basti pensare che le stime del dossier di candidatura prevedevano un aumento del 40 per cento del numero dei passeggeri nello scalo lombardo (dai 21 milioni precedenti all’addio di Alitalia ai 30 stimati per il 2015). Nel corso dell’incontro a palazzo Chigi il sindaco avrebbe sollevato la questione dell’ostruzionismo in cui si dibatte la società Expo 2015, di cui si è lamentata anche la presidente di Assolombarda, Diana Bracco. Le richieste del Tesoro di verificare i compensi hanno di fatto paralizzato i lavori della società.
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