da Milano
Malpensa, più ancora che Alitalia, sta vivendo giorni decisivi. Una corsa contro il tempo per cercare, in extremis, di non perdere il suo vettore di riferimento e, con esso, il suo ruolo di hub. Le autorità lombarde, tramite il «tavolo per Milano», chiedono una «moratoria» al rilascio degli «slot»; questa dovrebbe entrare nella polpa della «trattativa» con Air France. Ma su tutto aleggia la «crisi di governo», che pone seri interrogativi.
Il rilascio degli slot. Il 30 agosto l’Alitalia ha reso noto il suo piano di dimezzare l’attività sull’aeroporto di Malpensa, facendo mancare, di fatto, il ruolo di hub (smistamento di passeggeri) per il quale era stato concepito. Gli slot (bande orarie) sono stati rilasciati il 31 gennaio e non ancora riassegnati; il loro numero non è ancora ufficiale, ma potrebbe essere prossimo ai 300. Le autorità lombarde (in primis il governatore della Regione, Roberto Formigoni, e l’assessore ai Trasporti, Cattaneo) si sono resi conto che se questo «pacchetto» di attività andasse disperso tra svariati vettori, per l’aeroporto sarebbe un danno irreparabile; l’accessibilità di Milano e di tutto il Nord richiedono un «sistema» di trasporto aereo che s’incardini su un’unica compagnia di riferimento.
La moratoria. È nata così l’idea di chiedere una moratoria, e cioè il differimento dell’applicazione del piano di ridimensionamento di Alitalia a Malpensa. La richiesta è stata avanzata al governo da parte delle autorità lombarde: perché un’altra compagnia possa sostituirsi ad Alitalia occorrono almeno due-tre anni (rilascio dei diritti bilaterali, creazione di una base di armamento), quindi è necessario che per un pari arco di tempo Alitalia continui a mantenere intatta la sua attività. Alitalia dichiara di perdere, a causa di Malpensa, circa 200 milioni all’anno; ma le perdite per il Paese sarebbero superiori (cassa integrazione, minori incassi della Sea, indotto). Le autorità lombarde chiedono che la moratoria venga imposta ad Air France nel contratto di cessione di Alitalia; se anche delle perdite si facesse carico il venditore-Tesoro (magari accettando un prezzo più basso), il risultato per il Paese sarebbe comunque positivo.
Tavolo per Milano. È il luogo di confronto, a Palazzo Chigi, sui problemi di Milano e della Lombardia; vi partecipa lo stesso presidente del Consiglio, insieme alle autorità lombarde. Di Malpensa si è occupato «solo» il 15 gennaio, anche se le richieste di incontro datavano 30 agosto: è stato un nulla di fatto. Ora dovrebbe riunirsi di nuovo mercoledì o giovedì. Discuterà, appunto, dell’ipotesi di moratoria messa a punto nel corso di vari incontri tecnici.
Trattativa Alitalia-Air France. La compagnia francese è ormai a un passo dall’acquisizione. La moratoria sarà anche un modo per capire le reali intenzioni di Air France: sostenere ancora per qualche anno Malpensa, significa alimentare un concorrente del Charles de Gaulle. Se Air France si opporrà, ciò significherà che il suo interesse all’acquisto di Alitalia è semplicemente quello di «catturare» il traffico del Nord Italia per farlo transitare a Parigi. Air France non dovrebbe essere indisponibile alla moratoria: non è suo interesse un’acquisizione «ostile» di Alitalia, nella consapevolezza che col governo italiano, qualunque esso sia, dovrà continuamente ad avere a che fare.
La crisi di governo.
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