Malrubio

Niente, chi va per santi celtici non può fare a meno di compulsare attentamente il Grande Dizionario dei Santi di Alban Butler (edizione italiana Piemme). Infatti, il vero nome del santo di oggi, che era irlandese, era Maelrubha. Dovrebbe essere nato intorno al 642 nella contea di Down. Si fece monaco a Bangor, nel monastero retto da s. Comgall. Verso i trent'anni, come molti suoi confratelli, per sottrarsi alle scorrerie dei pirati vikinghi si trasferì in Scozia, nel celebre monastero dell’isola di Iona. Dopo alcuni anni fu mandato in missione evangelizzatrice nel Ross, dove si fermò in una località che oggi si chiama Applecross. Qui costruì una chiesa e un monastero di cui si servì come base per predicare nei dintorni. La sua azione si estese fino alle isole di Skye e Islay. La non indifferente quantità di toponimi che a lui si richiamano ancora oggi fa intuire che l’influenza di questo santo deve essere stata inferiore solo a quella del famoso s. Columba. Nel mezzo del Loch Maree c’è un’isoletta su cui sorge una chiesa fondata da s. Malrubio accanto a una sorgente le cui acque pare abbiano proprietà curative per i problemi mentali. Il santo resse Applecross per più di mezzo secolo e morì sull’ottantina verso il 722. Ma c’è chi sostiene che sia finito ucciso durante una scorreria del soliti vikinghi. Dice il Dizionario che in onore di questo santo taumaturgo esiste ad Applecross un centro per la cura dei tumori. Il luogo abbonda di alberi di tasso già pluricentenari ai tempi del santo.

Dalla loro corteccia si ricava una sostanza che viene utilizzata nelle chemioterapie.

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