Malta, il Papa incontra 8 vittime di abusi: colpevoli alla giustizia

Incontro riservato con vittime di abusi da parte di religiosi. "Vergogna e dolore". Le vittime: "Soddisfatti". E uno di loro dice: "L'ho visto piangere". Benedetto XVI durante la messa davanti a 40mila fedeli a Floriana ha affermato che agli uomini serve "la divina misericordia" per guarire le loro "ferite spirituali, le ferite del peccato". Poi dice ai giovani: "Dio e la Chiesa non rifiutano nessuno. In Europa i valori evangelici diventano contro-cultura"

Malta, il Papa incontra 8 vittime di abusi: colpevoli alla giustizia

La Valletta - Papa Benedetto XVI ha incontrato otto vittime maltesi di abusi da parte di religiosi. Benedetto XVI "ha pregato con loro e li ha assicurati che la Chiesa sta facendo e, continuerà a fare, tutto ciò che è in suo potere per investigare sulle accuse e consegnare alla giustizia i responsabili degli abusi". Lo rende noto la sala stampa vaticana in una nota. Nell'incontro il papa è stato "profondamente scosso dalle loro storie ed ha espresso la sua vergogna e il suo dolore per quello che le vittime e le loro famiglie hanno sofferto". Inoltre ha assicurato che la Chiesa provvederà a "misure efficaci per salvaguardare i giovani in futuro". Nello spirito della recente lettera ai cattolici d'Irlanda Benedetto XVI "ha poi pregato affinché tutte le vittime degli abusi sperimentino la guarigione e la riconciliazione, mettendoli in grado di andare avanti con rinnovata speranza".

Le vittime: "Soddisfatti dall'incontro" Le otto persone che hanno subito abusi da preti pedofili nella loro infanzia si sono dette "soddisfatte" dopo l'atteso incontro con Benedetto XVI. Subito dopo l'incontro il gruppo ha tenuto una conferenza stampa in un convento di suore domenicane ad Attard, alla presenza di un vescovo maltese che, mentre le vittime raccontavano del colloquio con il papa, aveva le lacrime agli occhi. "Sono stato sollevato e liberato da un grande peso", ha detto Lawrence Grech (nella foto), una delle vittime. Grech, che da anni chiede giustizia e una forma di scuse da parte della Chiesa, parlando all'ANSA si è dichiarato "liberato" dall'incubo che lo aveva turbato per anni. "Io insieme ai miei amici abbiamo ringraziato tantissimo il Papa", ha detto piangendo per l'emozione.

"Ho visto il Papa piangere di emozione", ha riferito Lawrence Grech. "Non mi aspettavo scuse dal Papa - ha detto - ma ho visto in lui e nel vescovo di Malta l'umiltà di una Chiesa che in quel momento rappresentava tutto il problema della Chiesa moderna". Il Papa, ha raccontato Grech, "ha appoggiato la mano sulla testa di ciascuno dei partecipanti all'incontro, benedicendoli. Io mi sento liberato e sollevato da un grande peso". "Da tanto tempo non andavo più a messa e avevo perso la fede - ha detto ancora - ma ora mi sento un cattolico convinto". L'incontro con il Papa - ha concluso - è stato "il più grande regalo mai ricevuto dopo la nascita di mia figlia", nonostante il fatto che l'appuntamento gli abbia impedito di partecipare alla festa della piccola, che oggi celebrava con la famiglia il suo terzo compleanno. Lawrence Grech, malgrado gli abusi subiti da ragazzino, è diventato un piccolo imprenditore. A 35 anni, dopo dieci anni trascorsi in Australia, gestisce una piccola società di pulizie di tappeti, ed è l'unico del gruppo ad avere un'attività lavorativa autonoma.

Padre Lombardi: clima intenso ma sereno Un "clima che l'incontro si è svolto nella Cappella della Nunziatura a Rabat, ed è durato circa venti minuti. Il Papa, di ritorno dalla Messa, ha incontrato otto persone, tutti uomini fra i 30 e i 40 anni, accompagnati dai vescovi di Malta e Gozo. Oltre al Papa, alle vittime e ai vescovi, erano presenti il Nunzio a Malta, il sostituto della Segreteria di Stato, mons.Fernando Filoni e i segretari del Pontefice. All'inizio tutti hanno pregato in silenzio e in ginocchio nella Cappella. Poi, il Papa ha avvicinato uno per uno, vicino all'Altare, le otto vittime di abusi, ascoltando le loro storie e le loro attese. Alla fine hanno pregato tutti insieme e a voce alta e il Papa ha impartito ai presenti la sua benedizione. Il tutto si è svolto, secondo padre Lombardi, all'insegna della familiarità, probabilmente dovuta - ha detto - al fatto che i vescovi conoscevano già le vittime. "Il Papa ha avuto per tutti parole di partecipazione ed intensità " augurando a loro e alle loro famiglie una "speranza di rinnovamento" e ribadendo "l'impegno della Chiesa" a venire incontro alle loro aspettative.

"Misericordia per guarire le ferite del peccato" Gli uomini hanno bisogno "della divina misericordia" per guarire le loro "ferite spirituali, le ferite del peccato": lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia della messa celebrata questa mattina a Floriana (Malta) in piazzale dei Granai davanti a 40mila persone, rivolgendosi a quanti svolgono un "ministero pastorale nella Chiesa". "In ogni ambito della nostra vita - ha aggiunto - necessitiamo dell'aiuto della grazia di Dio. Con lui possiamo fare tutto: senza di lui non possiamo fare nulla". "Il fondamento di ogni ministero pastorale nella Chiesa", secondo Benedetto XVI, "é il nostro amore per il Signore, che deve plasmare ogni aspetto della nostra predicazione ed insegnamento, della celebrazione dei sacramenti, e della nostra cura per il Popolo di Dio". Amare Dio - ha aggiunto - "ci spinge ad amare quelli che egli ama e ad accettare volentieri il compito di comunicare il suo amore a coloro che serviamo". "Durante la passione del Signore - ha poi affermato citando un brano evangelico - Pietro lo ha rinnegato tre volte. Ora, dopo la Resurrezione, Gesù lo invita tre volte a dichiarare il suo amore, offrendo in tal modo salvezza e perdono, e allo stesso tempo affidandogli la sua missione. La pesca miracolosa aveva sottolineato la dipendenza degli apostoli da Dio per il successo dei loro progetti terreni. Il dialogo tra Pietro e Gesù - ha spiegato - ha sottolineato il bisogno della divina misericordia per guarire le loro ferite spirituali, le ferite del peccato".

"C'è chi cerca di farci mettere la parte la fede" "Molte voci cercano di persuaderci di mettere da parte la nostra fede in Dio e nella sua Chiesa e di scegliere da se stessi i valori e le credenze con i quali vivere", ha aggiunto. Ma "se poniamo la nostra fiducia nel Signore e seguiamo i suoi insegnamenti - ha aggiunto - raccoglieremo sempre grandi frutti".  "Ci dicono - ha proseguito il pontefice - che non abbiamo bisogno di Dio e della Chiesa. Se siamo tentati di credere a loro, dovremmo ricordare l'episodio del Vangelo di oggi, quando i discepoli, tutti esperti pescatori, hanno faticano tutta la notte, ma non hanno preso neppure un solo pesce". "Lasciati a se stessi, i loro sforzi erano infruttuosi; quando Gesù è rimasto accanto a loro, hanno catturato una grande quantità di pesci". Benedetto XVI ha poi affermato, rivolgendosi ai maltesi, alle prese con un dibattito sul divorzio e con le "spinte secolariste" che "non tutto quello che il mondo oggi propone é meritevole di essere accolto". "Molti viaggiatori - ha aggiunto - sono sbarcati qui nel corso della vostra storia. La ricchezza e la varietà della cultura maltese - ha detto il Papa - è un segno che il vostro popolo ha tratto grande profitto dallo scambio di doni ed ospitalità con i viaggiatori venuti dal mare. Ed è significativo che voi abbiate saputo esercitare il discernimento nell' individuare il meglio di ciò che essi avevano da offrire. Vi esorto - ha concluso - a continuare a fare così".

Il vescovo di La Valletta La Chiesa cattolica, di fronte ai cambiamenti in atto nella società, non può "restare attaccata al modello al quale siamo stati abituati per decenni" ma tornare a come era negli Atti degli Apostoli, e "imparare a riconoscere le proprie colpe e i propri peccati": lo ha detto l'arcivescovo di Malta, monsignor Paul Cremona, nel suo saluto a papa Benedetto XVI prima dell'inizio della messa a Floriana.

"Dio e Chiesa non rifiutano nessuno" "Dio non rifiuta nessuno. E la Chiesa non rifiuta nessuno": così Benedetto XVI ha sottolineato, nel suo discorso ai giovani maltesi svolto questo pomeriggio sul lungomare di La Valletta, il cuore della dottrina cristiana applicandola implicitamente agli scandali di pedofilia nella Chiesa. Dio conosce i nostri "errori" e desidera "purificarci", ma "non ci rifiuta", "ci chiede di cambiare - ha precisato - e divenire più perfetti". Parlando della "severità" di san Paolo, papa Ratzinger l'ha definita in realtà "un messaggio d'amore". "Dio ama ognuno di noi con una profondità e intensità che non possiamo neppure immaginare. Egli - ha detto - ci conosce intimamente, conosce ogni nostra capacità ed ogni nostro errore. Poiché egli ci ama così tanto, egli desidera purificarci dai nostri errori e rafforzare le nostre virtù così che possiamo avere vita in abbondanza. Quando ci richiama perché qualcosa nelle nostre vite dispiace a lui, non ci rifiuta, ma ci chiede di cambiare e divenire più perfetti". Una sfida posta da Dio sulla via di Damasco a san Paolo, ex "nemico della Chiesa", perseguitandola "ferocemente" e "cercando di distruggerla". Un passaggio, quello del Papa, che si presta a molteplici riferimenti: alla propria "severità" nel voler combattere la "sporcizia" nella Chiesa, alla pedofilia, ma anche agli attacchi alla Chiesa. La "cultura odierna" "promuove idee e valori" "talvolta in contrasto" con i principi cristiani, "presentata con un grande potere persuasivo, rinforzato dai media e dalla pressione sociale da gruppi ostili alla fede cristiana". "Nel contesto della società europea - ha poi aggiunto - i valori evangelici ancora una volta stanno diventando una contro-cultura, proprio come lo erano al tempo di san Paolo". "E' facile, quando si è giovani e impressionabili - ha affermato il Papa rivolto ai ragazzi maltesi - essere influenzati dai coetanei ad accettare idee e valori che sappiamo non sono ciò che il Signore davvero vuole da noi". "Dovreste essere orgogliosi - ha detto ancora - che il vostro Paese difenda sia il bambino non ancora nato, come pure promuova la stabilità della vita di famiglia dicendo no all'aborto e al divorzio"

I vescovi tedeschi difendono il Papa I vescovi tedeschi difendono papa Benedetto XVI alla vigilia del quinto anniversario della sua elezione. "Abbiamo buone ragioni di essere grati per i primi cinque anni di questo pontificato", ha detto il presidente della Conferenza episcopale tedesca, Robert Zollitsch, in un'intervista all'agenzia stampa Dpa pubblicata oggi. Riferendosi allo scandalo degli abusi sessuali su minori, Zollitsch ha ammesso un "problema di comunicazione", ma ha sottolineato che il papa si è "espresso più volte" su questo tema, ha incontrato le vittime "personalmente", ha scritto una lettera ai cattolici irlandesi ed ha esortato alla "penitenza e al pentimento".

"Papa Benedetto è un intellettuale brillante che riconosce e interpreta i segni dei tempi e connette con il messaggio del interpreta i segni dei tempi e connette con il messaggio del vangelo", ha proseguito Zollitsch, sottolineando che papa Ratzinger si impegna per un dialogo delle culture e delle religioni.

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