La mamma coraggio che sfidò le cosche per riavere il figlio

Un viso che i più giovani non ricorderanno ma che per il nostro Paese divenne un simbolo: quello di Angela Casella, madre di un ragazzino rapito dalla ’ndrangheta. L’avevano ribattezzata «mamma coraggio», lei sfidò i banditi chiedendo l’aiuto delle donne della Locride. Ieri si è spenta a soli 65 anni nella sua Pavia, aveva uno di quei mali che i medici dicono incurabili. Nel giugno del 1989 partì verso la Calabria e si incatenò nelle piazze di Platì, Ciminà, San Luca, raccogliendo firme di solidarietà, chiedendo che le restituissero il figlio Cesare. Lui aveva appena diciannove anni, e i sequestratori se l’erano portato via il 18 gennaio 1988.
Nonostante il pagamento di un riscatto, il ragazzo, dopo oltre due anni di prigionia non era stato rilasciato, a questo punto la madre andò a «riprenderselo».
Cesare oggi ha 42 anni e da uno è diventato papà di una bambina, Cloe Angelina.

Con una giacca blu, camicia, cravatta e un paio di jeans, non ha nascosto l’emozione davanti alla bara della madre. A qualcuno ha sussurrato: «La ringrazierò sempre per quello che ha fatto per me».
I funerali di Angela Casella si svolgeranno domani alle ore 11 nella chiesa della Sacra Famiglia a Pavia.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica