«Manca concorrenza gli istituti provvedano»

Pilati: «Intesa-Generali? C’era il rischio che si coordinassero»

da Milano

«La concorrenza è la nostra “ragione sociale”: se il Parlamento ha deciso di affidarci la disamina del sistema bancario, credo significhi che il settore ha bisogno di essere analizzato anche sotto questo punto di vista e non solo da quello della stabilità»: il consigliere dell’Antitrust, Antonio Pilati, riassume così le ragioni che hanno indotto l’Authority a bacchettare i Signori del credito nazionale sul fronte dei costi dei conti correnti. Una strada già battuta dall’Ue e da Bankitalia anche perché, malgrado il termine cartello non sia quello corretto «certamente - prosegue Pilati - non c’è un’intensità di concorrenza particolarmente elevata. Ciascun gruppo mette in atto le politiche che ritiene più convenienti a se stesso senza grandi operazioni di marketing per strappare i clienti alla concorrenza».
L’attuale indagine conoscitiva equivale a un invito. Se cadesse nel vuoto lascerebbe il campo a una sanzione?
«Ci aspettiamo qualche iniziativa autonoma da parte delle singole banche, partendo dall’esigenza di assicurare maggiore chiarezza informativa e di non legare insieme troppi servizi. I pacchetti devono costituire un vantaggio e non un laccio che stringe i clienti».
Quale Paese può essere da esempio?
«Bruxelles ha di recente compilato una classifica, credo che dovremmo guardare ai primi: Inghilterra e Olanda».
Quale dovrebbe essere il primo passo?
«Nei conti correnti ci sono forse troppe informazioni veicolate ai clienti, un sovraccarico che complica la scelta finale. Abbiamo l’impressione che se si aumentasse la trasparenza con pochi punti chiave la situazione migliorerebbe».
Eppure nel valutare l’impatto sul mercato di Intesa Sanpaolo, l’Antitrust ha imposto una riduzione di sportelli e ha chiesto di arginare i legami con Generali ...
«Come dimostra la nostra autorizzazione alla concentrazione Sanpaolo Intesa, l’Antitrust non ha in linea di principio nulla contro le grandi dimensioni, a patto che non inducano rischi di oligopolio o monopolio. Tuttavia, quando esistono intrecci azionari, il livello di attenzione Antitrust non può che aumentare, in quanto possono diventare più agevoli comportamenti paralleli o forme di coordinamento».


Il nostro sistema finanziario è fittamente intrecciato, questa situazione si è ripercossa sul versante dei costi?
«I mercati finanziari si stanno sviluppando molto dal punto di vista sia tecnico sia quantitativo producendo efficienza. Tali benefici dovrebbero essere trasferiti anche al consumatore».

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