Sono nuove e fiammanti: centottantanove Alfa 159 pronte a «sgommare» per le strade di Roma e non solo. Nella rimessa della polizia di Stato di via Salviati sono arrivate dopo Natale. Ma là restano parcheggiate perché, paradossalmente, il Viminale ancora non riesce a immatricolarle. Pazienza, ci sarebbe da dire. Questione di tempo. Se non fosse che presi dalleuforia di rinnovare il parco auto delle vecchie e ormai malandate Fiat Marea in uso dal Giubileo del 2000, a Roma i vertici della questura hanno pensato bene di mandare indietro ben 48 vetture senza, però, averne ancora ricevuta alcuna in sostituzione. Risultato? Garage pieni, strade deserte e cambiturni superveloci per cercare di non perdere tempo. Insomma, lultimo colpo allo già stremato reparto volanti della Capitale. Dove gli uomini in servizio fino a pochi anni fa erano 840 e ora sono scesi ad appena 360; dove negli anni 80 si riuscivano a fare uscire a pattugliare il territorio fino a 27 equipaggi (da tre agenti ciascuno) e oggi se ne mette in strada appena un manipolo con capopattuglia e agente. «Come la mattina del 31 gennaio - spiega Guglielmo Frasca, segretario provinciale Consap, Confederazione sindacale autonoma di polizia - quando a vigilare su Roma dalla caserma di via Guido Reni sono uscite appena 5 macchine e altre due destinate, però, a servizi diversi». Sulla logorante situazione del nucleo del pronto intervento cittadino, ora puntano i piedi gli stessi poliziotti. Da giorni circola in caserma ma anche negli uffici di via di San Vitale, alla centrale, una petizione che decine di agenti hanno già sottoscritto. Al Questore Marcello Fulvi chiedono soprattutto di rivedere il nuovo piano operativo del già decimato reparto. Piano entrato in funzione il 15 gennaio e che ha già dato i suoi «frutti»: 43 rapine in quindici giorni. «In pratica secondo questo sistema applicato da un giorno allaltro senza ascoltare il parere del personale - dice Giorgio Innocenzi, segretario generale del sindacato - alle volanti è assegnata una cosiddetta zona rossa, in pratica una piccola parte della cinta periferica fuori dal centro. Agenti che per anni hanno pattugliato altre zone sono stati improvvisamente dirottati in quartieri sconosciuti senza alcuna preparazione o affiancamento. Il patatrac viene fuori dai dati. A novembre quelli delle volanti hanno fatto 65 arresti; 64 a dicembre - continua Innocenzi - e soli 49 a gennaio. Di cui ben 33 effettuati prima del 15 gennaio. I reati, di contro, sono aumentati del 300 per cento. Già le macchine sono poche, in questo modo - conclude - non si riesce nemmeno a sfruttare lesperienza e la professionalità del poliziotto. Che non conosce strade, pregiudicati, informatori... Che rischia persino di perdersi tra viottoli e arterie secondarie».
Il piano è scattato una settimana prima della disposizione per cui dai commissariati di Aurelio, Monteverde, Fidene, Casilino Nuovo, San Paolo, San Basilio e Primavalle non escono più le «territoriali». Mentre da via di San Vitale si apprestano a dare mandato ai dirigenti dei vari distaccamenti di tenere chiusi gli uffici denunce nellorario serale e notturno, dalle 20 alle 8 del mattino. Non solo. Basta dare unocchiata ai fogli di servizio degli ultimi giorni per capire che in una serata qualsiasi, a Roma, dei 40 equipaggi di polizia sulla carta, in tutto il territorio (comprensivo persino di Pomezia per cui è competente il commissariato di Ostia) ne escono in realtà neanche la metà, 19. Diciannove pattuglie di polizia per quasi tre milioni di abitanti. «Il centro resta completamente sguarnito - dice la Consap -. Che dai commissariati di Trevi, Celio, Esquilino, Vescovio e San Lorenzo, non escano macchine è ormai labitudine. Ed ora non ci sono nemmeno più le volanti a dare man forte, dislocate in periferia. Anzi, solo in alcune periferie».
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