Anche i cittadini più piccoli si trovano a fare i conti con il malfunzionamento dellamministrazione comunale. Oggetto del malessere dei bambini e dei loro genitori è il servizio poco funzionale e lassistenza precaria degli asili nido comunali della capitale. Quelle che sono le prime strutture educative con le quali i nostri bimbi dovrebbero entrare in contatto serenamente, si trasformano in piccoli inferni, dove genitori e figli si affannano a essere puntuali, perché la chiusura dellasilo per assenza di dipendenti potrebbe essere solo una questione di secondi. Nonostante infatti i genitori paghino una retta salata per fare in modo che i propri figli siano tutelati dal nido, i dipendenti degli asili son sempre meno, nei mesi estivi e, talvolta, come sta accadendo in questi giorni, non riescono a coprire lorario dellintera giornata lavorativa. Lorario di chiusura degli asili comunali capitolini è infatti previsto alle 16.30 con la possibilità di un prolungamento fino alle 18, ma lasilo nido di San Gregorio al Celio viene chiuso addirittura con tre ore e mezza di anticipo. La motivazione fornita dagli addetti del nido è che «il personale deve sostenere un concorso pubblico bandito dal comune e non cè nessuno in sostituzione». «Mia moglie è stata costretta a prendersi una giornata di ferie per andare a prendere nostro figlio allasilo, perché è stato comunicato a noi genitori che dalle 14.30 non ci sarebbe stato più nessuno nellistituto. Quindi, oltre al disagio organizzativo per le famiglie, cè anche il grave disagio economico che il comune non ci rimborserà - afferma il papà di un bimbo dellasilo nido S. Gregorio al Celio, dove suo figlio si è dovuto trasferire nel periodo estivo perché listituto da lui frequentato durante il resto dellanno, I Coccetti, a Testaccio, è stato chiuso dal comune nei mesi estivi per lo scarso numero di bambini. Ma la cosa strana è che sono gli stessi tutori dellasilo a manifestare il loro malessere e a creare una collaborazione coi genitori dei bambini. Purtroppo però il sodalizio tra maestre dellasilo e genitori è stato «causato» da una situazione svantaggiosa per entrambi. Sia gli uni sia gli altri si chiedono, infatti, come mai il servizio pubblico debba essere interrotto prima e come mai lassessore agli Asili nido Coscia non si ponga il problema di come i genitori potranno organizzarsi in quelle tre ore e mezzo fuori dallistituto e i sostituti dellasilo, superato il concorso, rimangano ancora precari.
Inoltre lassessore è una donna, e per di più lavoratrice, e dovrebbe quindi essere «vicina» alle mamme che lavorano e che pagano un servizio affinché i loro piccoli siano sistemati durante le ore della loro assenza. Un altro problema è rappresentato dallo scarso numero degli educatori dellasilo. Il rapporto, di norma, è di un insegnante ogni sei bambini.
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