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Mancano 4 giorni al via, in Comune si litiga ancora sulle deroghe ai residenti
SUPERECOPASS Crescono le contestazioni ma non si trova un’intesa. E la maggioranza ha paura a parlare di modifiche. <a title="il blog di Alberto Taliani" href="http://blog.ilgiornale.it/taliani/"><strong>BLOG Il bluff della "condivisione"</strong></a> di <em>Alberto Taliani</em>
SUPERECOPASS Crescono le contestazioni ma non si trova un’intesa. E la maggioranza ha paura a parlare di modifiche. <a title="il blog di Alberto Taliani" href="http://blog.ilgiornale.it/taliani/"><strong>BLOG Il bluff della "condivisione"</strong></a> di <em>Alberto Taliani</em>
Poche idee e confuse. Alla vigilia della partenza di Area C, prevista per lunedì (fra 4 giorni) il centrosinistra brancola nel buio. Bruciano ancora le contestazioni dei residenti nella Cerchia dei Bastioni di lunedì sera, tanto da aver spinto il consiglio di Zona 1 a non dedicare la commissione Mobilità di questa sera (ore 19) all’Area C perché «il clima è ancora troppo teso». Ignorando la richiesta dell’opposizione. Tutto fa pensare che domani si ripeta lo stesso copione di lunedì. Intanto si lavora per mettere a punto modifiche e agevolazioni per i residenti. L’assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran sceglie la linea dura (di facciata): «Nessuna modifica per i residenti, noi andiamo avanti come si era detto. Da lunedì. Ascoltiamo le proposte intelligenti e siamo pronti a migliorare il provvedimento». Ma sottolinea Maran «non se ne parla fino al metà marzo quando tutti i residenti si saranno registrati e noi avremo una fotografia precisa di chi entra in Area c, quante volte e a quale categoria appartiene». «Nessuna agevolazione ai residenti della Zona 1 in quanto tali - la posizione della capogruppo Pd Carmela Rozza - mentre siamo disponibili ad aggiustare il provvedimento a favore dei lavoratori, indipendentemente da dove risiedano, obbligati a usare l’auto. Appena avremo i dati sugli ingressi, penseremo alle correzioni».
C’è invece chi spinge per concedere un ulteriore «contentino» agli abitanti del centro, penalizzati dalla «tassa di rientro a casa»: fissare a 250 euro annuo il tetto massimo di spesa e studiare deroghe per i lavoratori notturni. Così sembra che si stia lavorando sulle 20 vie a senso unico che intrappolano gli automobilisti: la prima sarà via Quadronno. A favore dei residenti l’IdV: «Le proteste dei residenti meritano attenzione. Sì alla modifica della fascia oraria. Si sta alzando un polverone enorme per un provvedimento che riguarda un'area molto piccola, il 5,4% del territorio cittadino» commenta Luca Gandolfi, consigliere provinciale. In serata l’incontro dell’assessore D’Alfonso con i residenti di Zona 5. Qualche fischio e interventi contro, ma non la gazzarra dell’altra sera. Colpisce il racconto tra le lacrime di tre licenziati dai garage di confine (via Pace, via Fanti e via Aurisco).
«A noi non interessano contentini e palliativi - aveva tuonato nel pomeriggio Luca Scalmana, portavoce del Comitato No Charge che riunisce residenti di Zona 1 - è solo un modo per abbassare la pressione sull’amministrazione. A noi non interessano gli sconti, ma l’abolizione di una tassa che è discriminatoria. I residenti della Cerchia non sono liberi, a differenza degli altri, di tornare a casa all’ora che vogliono e gratis. Non è giusto». Così hanno organizzato per domenica mattina, «ultimo giorno di libertà», una manifestazione: tutti i varchi presidiati dalle 9 alle 12 dagli aderenti al comitato che distribuiranno volantini e spiegheranno in modo pacifico le loro ragioni.
E se l’amministrazione sembra andare molto cauta sui ritocchi per i residenti, più generosa la posizione del comitato promotore dei referendum ambientali che propone con Enrico Fedrighini «abbonamenti scontati per i residenti di zona 1, che vada incontro ai cittadini, non intaccando l’efficacia ma togliendo terra sotto i piedi a chi vuole utilizzare strumentalmente questa battaglia per altre finalità che non riguardano l’ambiente».
C’è invece chi spinge per concedere un ulteriore «contentino» agli abitanti del centro, penalizzati dalla «tassa di rientro a casa»: fissare a 250 euro annuo il tetto massimo di spesa e studiare deroghe per i lavoratori notturni. Così sembra che si stia lavorando sulle 20 vie a senso unico che intrappolano gli automobilisti: la prima sarà via Quadronno. A favore dei residenti l’IdV: «Le proteste dei residenti meritano attenzione. Sì alla modifica della fascia oraria. Si sta alzando un polverone enorme per un provvedimento che riguarda un'area molto piccola, il 5,4% del territorio cittadino» commenta Luca Gandolfi, consigliere provinciale. In serata l’incontro dell’assessore D’Alfonso con i residenti di Zona 5. Qualche fischio e interventi contro, ma non la gazzarra dell’altra sera. Colpisce il racconto tra le lacrime di tre licenziati dai garage di confine (via Pace, via Fanti e via Aurisco).
«A noi non interessano contentini e palliativi - aveva tuonato nel pomeriggio Luca Scalmana, portavoce del Comitato No Charge che riunisce residenti di Zona 1 - è solo un modo per abbassare la pressione sull’amministrazione. A noi non interessano gli sconti, ma l’abolizione di una tassa che è discriminatoria. I residenti della Cerchia non sono liberi, a differenza degli altri, di tornare a casa all’ora che vogliono e gratis. Non è giusto». Così hanno organizzato per domenica mattina, «ultimo giorno di libertà», una manifestazione: tutti i varchi presidiati dalle 9 alle 12 dagli aderenti al comitato che distribuiranno volantini e spiegheranno in modo pacifico le loro ragioni.
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